“Apriranno i teatri domani?” è la domanda che con più frequenza ci siamo posti in questi 14 mesi di distanza dai palcoscenici. Mentre scriviamo non sappiamo ancora la risposta, ma sappiamo di non aver smesso di credere che possa essere positiva. Di non aver smesso di credere nella forza del teatro, dei teatri, nella loro necessità. E di non aver mai smesso di crederci in questi lunghi mesi in cui l’incontro con chi dà senso al nostro lavoro, alla nostra arte, ci è stato negato. L’incontro con voi, spettatori di domani, che speriamo leggerete queste parole comodamente seduti nella vostra poltrona, al Teatro Alighieri, tra l’11 e il 16 maggio 2021.

Dato che senza un po’ di follia, di questi tempi, non si intraprende un percorso d’arte, abbiamo deciso di rispondere alla crisi generale e, in particolare, del settore teatrale, proponendo un programma di spettacoli notevolmente ampliato e facendo tesoro degli accessi ridotti alle sale per dare spazio in primo luogo agli artisti, alle compagnie indipendenti e alla loro ricerca sui diversi linguaggi del contemporaneo. A differenza di molte programmazioni che alle prime riaperture hanno sostituito gli artisti internazionali e più sperimentali con spettacoli di intrattenimento, POLIS 2021, nell’anno del settecentenario dantesco, si fa rifugio di alcuni degli artisti più interessanti della scena contemporanea, offrendo ai propri spettatori lavori che fanno riflettere su temi importanti come i diritti umani, il razzismo, il femminicidio, lo scontro fra generazioni, l’emergenza climatica, il ruolo dell’arte nella società.

Un denso programma di sedici appuntamenti che prevedono l’ospitalità di ben nove spettacoli diversi, incontri, dibattiti, e un epilogo
straordinario a luglio all’interno del programma di Ravenna Festival, ma anche progetti partecipativi, laboratori, biglietti sospesi, che vedono gli spettatori al centro delle nostre attenzioni.

Davide Sacco e Agata Tomšič / ErosAntEros