Sabrina Morena e Laura Bussani esplorano che cosa si nasconde dietro ai numeri delle statistiche, in particolare quelle riguardanti la violenza sulle donne e le ricadute sulle famiglie e sulla società. Alla base del fenomeno si riscontra la tendenza all’oggettivizzazione della vittima. Considerare un essere umano come un oggetto, privo quindi di capacità di autodeterminazione, di sentimenti e di emozioni, è un classico processo secondo il quale molte categorie, oggetto di tale denigrazione, possono essere escluse dalla società. Analizzando dati, ascoltando esperti di psicologia sociale, riportando storie presenti, collegando con giochi di associazione il presente al passato, andando a toccare il massimo livello di spersonalizzazione avvenuto nei campi di concentramento alle donne deportate. Il numero è uno strumento utile per capire la realtà, ma anche un mezzo con il quale ridurre a oggetto le persone, spogliandole della loro particolare individualità. Ne nasce una riflessione approfondita sul tema dell’oggettivizzazione e della disumanizzazione della donna.
regia Sabrina Morena
con Laura Bussani
drammaturgia Laura Bussani e Sabrina Morena
video allestimento Den Baruca
scenografia Marco Juratovec
produzione Bonawentura
durata 80 min
Sabrina Morena si laurea in lingua e letteratura russa. Dopo un apprendistato al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, è assistente di Pressburger per Mittelfest e per Teatri a Teatro presso il Teatro Romano di Trieste. Per Mittelfest cura la regia di La commedia della vanità di Canetti; La montagna bianca, uno degli otto spettacoli di Praga Magica; Le ballate di Petrica Kerempuch di Krleža con Storti. Dal 2000 è curatrice di Spaesati – eventi sul tema delle migrazioni. Collabora con vari teatri triestini (nelle regie di Rose di Sherman, James Joyce. Scene di un arrivo di Crivelli, Un marito di Svevo) e con Teatro Miela / Bonawentura. Dirige gli spettacoli bilingui 110 anni saporiti, Come diventare sloveni in 50 minuti, Condominio Europa, Zois-it.si per il Teatro Stabile Sloveno. È autrice di documentari: A mani nude (RAI), Revolutionary Mind, Il viaggio di Caterina.
Laura Bussani si diploma all’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine. Lavora per varie produzioni del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: diretta da Calenda, in Eumenidi, Persiani, La mostra, Sogno di una notte di mezza estate e Nora Joyce. Dal 2001 fa parte della Compagnia Instabile del Teatro Miela. È autrice e interprete del Pupkin Kabarett e protagonista di diverse produzioni per Teatro Miela / Bonawentura, oltre che di Adriatico Blues, I giocatori, La coscienza di Zeno spiegata al popolo e Amleto. È autrice di Cik Pausa, che porta in scena con la regia di Sosič.