“Il teatro si giustifica solo se è il paradigma dell’abbattimento delle differenze economiche e culturali, se ha la potenza di trasformare se stesso e gli altri, insieme agli altri, senza abbassare la propria arte”, scriveva Leo de Berardinis, una ventina di anni fa, provando a dar forma alla propria idea di teatro popolare di ricerca.

In questa seconda edizione di POLIS Teatro Festival, sono le sue parole a farci da faro nel seminare collaborazioni e attività partecipative per ritrovare il senso dell’arte teatrale nel rapporto con il suo elemento fondamentale: lo spettatore, cittadino attivo della nostra polis ideale. Ma come? Coinvolgendo la cittadinanza attraverso una chiamata pubblica ai POLITAI (i volontari del festival); attivando un progetto di BIGLIETTI SOSPESI per consentire a tutti l’accesso alla cultura teatrale; lanciando una campagna di crowdfunding a sostegno del festival e dei suoi progetti partecipativi; organizzando LO SGUARDO IN OPERA. Laboratorio di scrittura critica e creativa per gli studenti del campus di Ravenna; e riproponendo PARTECI-POLIS, il progetto che l’anno scorso ha stimolato centinaia di spettatori a condividere le proprie riflessioni sugli spettacoli in programma e sul festival in generale.

Emblema di questa edizione è una donna combattente, una brigantessa, che ha scelto il brigantaggio come forma estrema di protesta, come noi scegliamo il teatro come forma di resistenza culturale. Come lei, crediamo che sia ora di armarci fino ai denti, ma di cultura.

E poi c’è il programma che abbiamo preparato per voi. Ancora una volta all’insegna del teatro d’arte, senza paura di mescolare generi e generazioni, sia di artisti che di spettatori.

Agata Tomsic e Davide Sacco / ErosAntEros