Anno 1593. Londra è devastata dalla peste e i teatri sono chiusi. William Shakespeare compone il poemetto erotico-mitologico Venere e Adone. Diventerà un grandissimo best seller, ristampato innumerevoli volte fino alla metà del secolo successivo, immancabile nei bordelli e sotto il cuscino delle grandi dame e dei loro amanti. L’anno successivo, William riprende un episodio dell’antica storia romana: lo stupro di Lucrezia da parte di Sesto Tarquinio, figlio di Tarquinio il Superbo re di Roma. Un raptus di violenza incontrollabile raccontato per la prima volta, in modo sconvolgente, dalla parte di lei. In Shakespeare la voce di Lucrezia si dilata e diviene uno dei più alti esempi di meditazione sulle conseguenze dello stupro visto dalla parte di una donna, attraverso un’ingegnosa serie di lamentazioni, introspezioni, allegorie, invettive. Ma a impressionare ulteriormente il lettore/ascoltatore è lo sguardo nella psiche del carnefice, la lucida radiografia dei suoi impulsi tortuosamente contradditori.
Oltre ad essere un capolavoro assoluto, Lo stupro di Lucrezia è assieme a Venere e Adone l’unica opera di Shakespeare di cui il drammaturgo abbia curato la stampa personalmente, cosa mai accaduta né con le sue opere teatrali né con i più famosi Sonetti. Si possono dunque considerare come gli unici e certi originali di quell’autore dai contorni tuttora fascinosamente incerti.
Questa versione in concerto del poemetto Lo stupro di Lucrezia di Shakespeare è la versione live dell’opera commissionata da Rai Radio3 e andata in onda nel 2012. Valter Malosti – dalla stagione 2018-19 direttore artistico di Tpe – Teatro Piemonte Europa – ne ha curato regia, traduzione, adattamento teatrale e ricerca musicale. Il progetto sonoro è di G.U.P. Alcaro. Nel maggio 2018 è uscito, per i tipi dell’editore Luca Sossella, un cofanetto (libro + cd) con le versioni italiane dello stesso Malosti di entrambi i Poemetti.

Una lingua tesa, turgida che viene attraversata e sorretta da una partitura sonora inquieta e multiforme.


un progetto di e con Valter Malosti
progetto sonoro G.U.P. Alcaro
regia, traduzione, adattamento teatrale e ricerca musicale Valter Malosti
produzione TPE – Teatro Piemonte Europa / TEATRO DI DIONISO


Valter Malosti regista, attore e artista visivo, dal 2018 è il direttore del TPE – Teatro Piemonte Europa di Torino. Fondatore e per quasi trent’anni alla guida del Teatro di Dioniso, è particolarmente attento a unire tradizione e sperimentazione e alla trasversalità delle arti. Ha ricevuto numerosi premi, fra cui un Hystrio, due Ubu, il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e il Premio internazionale Flaiano per Venere in pelliccia di David Ives (2017). Fra le sue regìe più recenti: Shakespeare / Sonetti e Shakespeare / Poemetti, Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello, Molière / Il Misantropo (2018) e la Monaca di Monza di Giovanni Testori (2019).

G.U.P. Alcaro sound designer, musicista e programmatore. Dal 2006 lavora con Valter Malosti con cui ha ideato e eseguito molti spettacoli fra cui Nietzsche / Ecce homo, Shakespeare / Poemetti, Quattro atti profani, Amleto, Il giardino dei ciliegi e Quartett di Heiner Müller, Premio Ubu 2014 come migliore progetto sonoro. Ha ideato elaborazioni sonore dal vivo per Michele di Mauro, Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni, Sergio Rubini e per artisti come Masbedo e Jan Fabre. Nel 2019 cura il progetto sonoro di Se questo è un uomo di Primo Levi con la regia di Malosti, prodotto da TPE, Teatro Stabile di Torino e Teatro di Roma.