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«Vergine giurata», occhi delicati per comprendere le burneshe dell’Albania
Silvia Manzani, “Parola Aperta Magazine”, 7 maggio 2023
https://parolapertamagazine.it/vergine-giurata-occhi-delicati-per-comprendere-le-burneshe-dellalbania/

Non è un fenomeno esotico, non è una storia da programmi tv in prima serata. Non è nemmeno, a questo punto, un facile oggetto da ricerca antropologica in un Paese considerato meno civilizzato del nostro. Piuttosto, è un retaggio della tradizione di una certa zona settentrionale dell’Albania che forse ha molto da raccontarci sul genere, sui ruoli, sull’identità, sulla società patriarcale e su tutte le rigidità che abbiamo nella testa quando parliamo di maschi e femmine, uomini e donne.

Avevo già letto «Vergine giurata» di Elvira Dones, un libro bellissimo da cui è stato tratto l’omonimo film di Laura Bispuri interpretato da Alba Rohrwacher. Un libro e un film che a tutto ti portano fuorché a credere che quello delle burneshe, le donne albanesi che decidono di vivere come uomini per vari motivi (dal non volersi sposare, assoggettandosi ai mariti, al sentirsi in un corpo maschile) sia un tema da esposizione e da “circo”. Ieri all’Almagià lo spettacolo Vergine giurata di Jeton Neziraj, interamente interpretato in lingua albanese (e sottotitolato in italiano e inglese) ha proprio messo in evidenza come, per conoscere e capire il perché e il percome delle burneshe, sia necessario uno sguardo delicato, intimo, che prova ad approfondire e che, soprattutto, non fa paragoni con altri contesti.

Dannato sia il traditore della patria sua! In scena la discussa opera di Oliver Frljić
Anna Cavallo, “Pagina Tre”, 7 maggio 2023
https://www.paginatre.it/dannato-sia-il-traditore-della-patria-sua-in-scena-la-discussa-opera-di-oliver-frljic/

La follia del pregiudizio, sia tra gli abitanti della stesse Repubbliche Federali della ex Jugoslavia sia tra gli slavi e l’Europa occidentale, sia tra gli attori della compagnia e il pubblico. La violenza e lo humor grottesco, il senso di sgomento delle persone di fronte alla scabrosità e alla sfrontatezza di questo spettacolo.

Tutto questo è stato Dannato sia il traditore della patria sua! in scena sabato 6 maggio al Teatro Rasi nell’ambito del festival di teatro europeo contemporaneo Polis Teatro Festival di ErosAnteros di Ravenna. Balkan Focus, il titolo della rassegna targata 2023, apre uno squarcio sul mondo ancora non abbastanza conosciuto dell’Europa orientale e, nel caso dell’opera del regista Oliver Frljić, tra le più rappresentate nei teatri a livello internazionale, riporta alla memoria la guerra dell’ex Jugoslavia, che ha insanguinato le Repubbliche dal 1990 e il 1995 con oltre 100mila morti.

Classe 1976, di origine bosniaca ma cresciuto professionalmente in Croazia, dove è stato direttore artistico del teatro nazionale di Fiume, Frljić è stato ancora una volta fedele al suo stile provocatorio. Irriverente verso la morte (quando trattata dai mass media) fino ai limiti della dissacrazione, tanto da aprire lo spettacolo con la ridondante sequela dei ricordi degli attori su cosa stavano facendo nel momento in cui tv e giornali diedero la notizia della morte di Tito, con Dannato sia il traditore della patria sua! porta all’attenzione del pubblico le ambiguità dell’Europa occidentale sulla guerra dei Balcani e sull’Europa dell’Est. Un atteggiamento  fondato su desiderio di unità e solidarietà, su un progressivo avvicinamento e una sempre più sinergica collaborazione, tanto decantatati nelle parole quanto traditi nei fatti.

Eppure, fa dire Frljić ai suoi attori, da noi ora non c’è più traccia della  civiltà  che vi ha reso grandi e magnificenti nel mondo, di Leonardo e di Michelangelo, ci sono invece le  fagocitanti diatribe nazionalistiche ed etiche alimentate ad arte da personaggi politici. Se sono state queste ad aver causato la guerra, voi dove eravate? Gli attori questo all’inizio  lo chiedevano alla Slovenia, la prima a sganciarsi dalla Federazione dopo il crollo del Muro di Berlino e l’indebolimento della compagine slava. Ora che lo spettacolo va in scena in Italia, altro Paese confinante, lo chiedono anche agli italiani.

[…]

Se non avete ancora capito chi è lo scafista, leggete (o guardate) «Libia»
Silvia Manzani, “Parola Aperta Magazine”, 6 maggio 2023
https://parolapertamagazine.it/se-non-avete-ancora-capito-chi-e-lo-scafista-leggete-o-guardate-libia/

Se volete capire perché oggi la Libia è proprio quella Libia lì, dei trafficanti di uomini e degli accordi con il Governo italiano, dei gommoni che partono senza che importi se affonderanno o meno, non dovreste perdervi la graphic novel omonima, «Libia» appunto, di Gianluca Costantini e Francesca Mannocchi, un libro indispensabile che ieri sera, al Teatro Rasi di Ravenna, è stato portato in scena da ErosAntEros.

C’è un concetto chiave, al centro del racconto e dello spettacolo: quello di scafista. Un uomo descritto, nella narrazione occidentale, come alla stregua del trafficante, quello che guadagna sulla pelle e il futuro di migliaia di uomini a caccia di un sogno. Ma davvero siamo così stupidi da pensare che il trafficante, dopo essersi intascato i soldi, rischi la vita nel Mediterraneo? Davvero non abbiamo ancora capito che lo scafista, criminalizzato da noi che stiamo da questa parte, è solo un migrante come gli altri, a cui viene regalato o scontato il passaggio verso l’italia, e a cui viene messo in mano un Gps puntato verso Lampedusa? Davvero non abbiamo ancora fatto nostra l’idea che probabilmente lo scafista non è mai stato alla barra di un timone in vita sua?

Come al solito, i racconti semplificati non aiutano a capire. «Libia», invece, è complesso, estremamente complesso. Lo è nel descrivere il regime di Gheddafi e la frantumazione del Paese dopo la sua caduta (2011), lo è nel restituirci lo scenario attuale, dove non si capisce chi governa chi, dove le milizie armate hanno possesso delle banche, delle carceri, degli aeroporti, dei siti estrattivi. Dove nonostante la ricchezza, per prelevare 90 dollari bisogna aspettare una settimana, sempre se hai come amico un funzionario della banca. Dove la dittatura, per chi ne ha subito le peggiori conseguenze, ti perseguita ancora e sembra che sia sempre lì, alle tue calcagna, a spiarti e a origliare quello che dici. Dove a chi ripensa a che cos’era il Paese con Gheddafi, tocca quasi provare nostalgia, perché anche se si viveva zitti e a capo chino, soggiogati al volere di un uomo solo, almeno quell’uomo provvedeva. E dove l’unica economia che oggi forse sa rimanere in piedi, è quella del commercio di uomini.: migranti che preferiscono prendersi il rischio di morire in mare, piuttosto che morire a casa propria.

C’è un punto altissimo, nel racconto. Ed è quando la giornalista Francesca Mannocchi, interpretata da Agata Tomšič, entra in un centro di detenzione libico dove sono stipate 1200 persone. L’odore è un misto di vomito, urina, malattie mai curate, sangue rattrappito. E anche se non si riesce a respirare, Mannocchi non segue il consiglio delle guardie, che la invitano a mettersi le mani davanti alla faccia per attutire il fetore. […]

POLIS Teatro Festival: “Abbiamo un’attrazione verso il teatro del sud-est europeo”
Natasha Tripney, “Seestage”, 5 maggio 2023
https://seestage.org/interview/erosanteros-polis-teatro-festival-ravenna/

Perché avete deciso di fondare POLIS Teatro Festival nel 2018? Dite di voler portare il teatro più vicino alla società – cosa intendete?

Da 13 anni come ErosAntEros portiamo avanti un teatro estetico-politico che utilizza fonti e linguaggi espressivi disparate, con l’obiettivo di agganciare il teatro alla vita e fare dell’immaginazione uno strumento per trasformare il reale.

Quando nel 2018 abbiamo fondato il festival è stato per noi naturale ricercare queste peculiarità anche negli artisti che ospitiamo, cercando di portare a Ravenna lavori di artisti che utilizzano i linguaggi performativi contemporanei per riflettere su temi che sentiamo importanti da condividere con le persone. Non solo spettacoli dei protagonisti della scena europea, ma anche artisti emergenti, progetti formativi e partecipati, che vogliono garantire l’accesso al teatrale a tutte le fasce della popolazione, dai giovani a chi di solito non mette piede nei luoghi della cultura per motivi economici o sociali.

Si tratta di una questione a cui teniamo molto e per la quale tutti gli anni POLIS svolge una duplice azione: a livello internazionale con le proprie produzioni e gli spettacoli internazionali, a livello locale coinvolgendo un grande numero di collaborazioni sul territorio, con Università, scuole, cooperative sociali, associazioni culturali, all’interno di progetti partecipativi e formativi che coprono tutto l’anno e culminano nel momento del festival. Da qui il nome POLIS, che persegue l’utopia di far tornare il teatro al centro della vita della società, stimolando i cittadini a essere spettatori attivi e consapevoli.

Perché avete scelto un focus sui Balcani quest’anno? Perché il lavoro fatto in questa aerea vi appassiona?

Pensiamo che i Balcani siano uno specchio privilegiato attraverso il quale abbiamo la possibilità di riflettere sull’Europa di oggi, i conflitti che la attraversano, le barriere che la circondano. Il luogo in cui fino all’anno
scorso si era svolta l’ultima guerra fratricida europea e passaggio di una delle tratte più importanti e violente che i migranti affrontano per tentare di entrare in Europa a godere di una piccola parte dei privilegi di cui noi cittadini europei godiamo tutti i giorni senza farci caso, spesso a scapito dei territorio da cui queste persone che stanno scappando.

I lavori di Oliver Frljic, Ziga Divjak, Jeton Neziraj, Branko Simic che ospitiamo al festival quest’anno sono emblematici per questa capacità che hanno di permetterci di specchiarci e anche entrare in relazione anche con altri temi fondamentali del nostro presente, come la rotta migratoria mediterranea che affrontiamo nel nostro ultimo lavoro LIBIA, il concetto di nemico esplorato dalla compagnia di teatro-danza Zone -poème- dopo una lunga permanenza dell’ex-Jugoslavia per comprendere attraverso di essa i conflitti di oggi. Per riflettere su questi temi anche da altre prospettive abbiamo organizzato una tavola rotonda in collaborazione con l’Università di Bologna, in cui alcuni docenti universitari di scienze politiche, geografia, sono invitati a dialogare con alcuni degli artisti ospiti al festival.

Un altro progetto lanciato quest’anno di cui siamo molto fieri è una collaborazione con alcune biblioteche e librerie della città, che da diverse settimane stanno esponendo degli approfondimenti bibliografici sui Balcani, in loco e online, per sensibilizzare le persone su questi temi e consentire agli spettatori che lo desiderano di approfondirli.

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L’EUROPA VISTA DAI BALCANI: A RAVENNA LA SESTA EDIZIONE DI POLIS TEATRO FESTIVAL
Ilaria Cecchinato, “Gagarin”, 4 maggio 2023
https://www.gagarin-magazine.it/2023/05/teatro/leuropa-vista-dai-balcani-a-ravenna-la-sesta-edizione-di-polis-teatro-festival/

Conflittuale, eterogeneo e a tratti ambiguo, il territorio dei Balcani diventa una lente d’ingrandimento sull’Europa contemporanea nella sesta edizione di POLIS Teatro Festival, che fino al 7 maggio animerà la città di Ravenna con spettacoli di artisti e compagnie italiane e internazionali, diffusi tra il Teatro Rasi, Artificerie Almagià, MAR – Museo d’Arte della città, Teatro Socjale e Teatro Alighieri. Ad arricchire il programma, anche numerose iniziative – dal dialogo con gli artisti a incontri di approfondimento con esperti, critici e studiosi sulla storia e sul teatro contemporaneo dei Balcani – e un epilogo straordinario in collaborazione con Ravenna Festival il 10 e 11 giugno 2023.

La direzione artistica è a cura di Agata Tomšič e Davide Sacco della compagnia ErosAntEros, che qui illustrano l’ideazione del festival, si addentrano nella programmazione e raccontano la loro idea di teatro.

L’immagine del festival è iconica e significante. Cosa ci dice della sesta edizione di Polis Teatro Festival?

Agata: Si tratta di un disegno del fumettista Gianluca Costantini, che dal 2018 trova o crea da zero un’opera da donare al festival. Quest’anno Polis è dedicato ai Balcani, un territorio eterogeneo e complesso: ci siamo dunque confrontati a lungo con Gianluca per riuscire a trovare un’immagine che non fosse divisiva per quest’area geografica. A un certo punto è arrivata questa bambina con in mano una stella, che in passato e in altri luoghi ha avuto altri colori, ma che noi abbiamo voluto tingere di giallo, come le stelle della bandiera europea. In questo senso, ci siamo rifatti al concetto di “immagine dialettica” di Walter Benjamin, secondo cui una figura o un’illustrazione tratta dal passato, se inserita in un nuovo contesto, può assumere nuovi significati. Il desiderio è stato di proporre un’immagine iconica e positiva, per invitare a riflettere attorno alla nostra idea di Europa con la stessa fiducia, gioia e sogno di un futuro migliore di una bambina. Il disegno richiama inoltre l’idea di Ravenna come città ponte, dal momento che la stella è un simbolo che accomuna Oriente e Occidente.

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Polis 2023, i Balcani conquistano Ravenna
Anna Bandettini, “la Repubblica”, 3 maggio 2023
https://bandettini.blogautore.repubblica.it/2023/05/03/polis-2023-i-balcani-conquistano-ravenna/

“É un festival a suo modo unico, perché è interamente organizzato da una giovane formazione del teatro italiano, ErosAntEros, cioè Davide Sacco e Agata Tomsic, regista e attrice, con la non diffusa dote di saper stringere relazioni, di andare in giro per l’Europa a vedere il teatro che si fa, di non chiudersi nel recinto del proprio “ombelico” artistico. Entrambi con una forte vocazione organizzativa, Sacco e Tomsic da sei anni organizzano a Ravenna, la loro città, utilizzando diversi luoghi, dal prestigioso Teatro Alighieri alle belle Artificerie Almagià, “Polis”, un festival che vuole soprattutto aprire finestre su realtà geografiche disparate attraverso il teatro indipendente.

L’edizione di quest’anno, iniziata ieri (nonostante le condizioni atmosferiche che stanno creando problemi ai trasporti) con 25 appuntamenti tra cui il 5 il lavoro multidisciplinare degli stessi ErosAntEros, Libia, tratto dall’omonima graphic novel di Francesca Mannocchi e Gianluca Costantini (qui il programma), ha la particolarità di essere interamente dedicato a un’area geografica da noi quasi del tutto sconosciuta, i Balcani e l’est europeo.
E lo spettacolo-simbolo di questa edizione è il 6 Dannato sia il traditore della patria sua! un lavoro del 2010 diventato un classico, realizzato da un nome celebre anche a livello europeo come il regista bosniaco-croato Oliver Frljic. […]”

«La contabilità sull’anima» di Srebrenica, l’orrore raccontato 28 anni dopo
Silvia Manzani, “Parola Aperta Magazine”, 3 maggio 2023
https://parolapertamagazine.it/la-contabilita-sullanima-di-srebrenica-lorrore-raccontato-28-anni-dopo/

«Cosa c’è dall’altra parte del mare?», chiede la bambina.
«Una terra come la nostra»
, risponde la nonna in dialetto.

Una terra di cui, però, sappiamo poco o niente. E in cui Roberta Biagiarielli, oltre 25 anni dopo, ci riporta con tutta la crudeltà, l’orrore, l’assurdità di una guerra che stava a un’ora di volo da noi, ma forse non ci faceva poi così tanta specie.

A come Srebrenica, ieri sera al Teatro Rasi di Ravenna all’interno del focus sui Balcani di Polis Teatro Festival, è uno spettacolo impressionante. Per come l’attrice tiene il palco, sola, per 80 minuti e passa. Per come sente il dolore, la disumanità e «l’odore di morte» mentre racconta dell’assedio, e poi del massacro di Srebrenica, la piccola cittadina della Bosnia-Erzegovina dove nel luglio del 1995 avvenne il genocidio di 8mila uomini e ragazzi musulmani. Per come ci ricorda che tra tutte le cose terribili, forse la più terribile è proprio l’uomo. Per come narra, per come piange, per come grida, per come denuncia, per come dà voce.

Viene una gran rabbia, uscendo da teatro. Ma perché non sapevamo, così nel dettaglio, cosa succedeva di là? Perché nessuno, a scuola, ci ha mai spiegato i Balcani, la ex Jugoslavia, Milošević? Perché non ci hanno mostrato dove sta Sarajevo, sulla mappa? Perché i caschi blu dell’Onu promisero alla gente di Srebrenica di proteggerla, ma poi la abbandonarono a se stessa? Perché si arriva a seppellire vivi quelli che di punto in bianco diventano i nostri nemici, a sparare al vicino, a dover lasciare casa propria, a sgozzare i bambini? […]”

A causa del forte maltempo, la data del 2 maggio 2023 alle ore 18.30 della performance itinerante Muoio come un paese di Gemma Hansson Carbone è posticipata a giovedì 4 maggio 2023 alle ore 18 (sempre con partenza davanti al Teatro Rasi).

Per le persone che avevano già acquistato il biglietto per la data di oggi, il biglietto è automaticamente valido per la replica di giovedì alle ore 18.

Ecco un recap delle date di Muoio come un paese, tutte con partenza dal Teatro Rasi:
-> 03/05 ore 18.30
+ a seguire incontro con l’artista e Alessandro Iachino
-> 04/05 ore 18
-> 04/05 ore 19.30

Polis, un festival per riflettere sulla fine della ex Jugoslavia
Livia Grossi, “Corriere della Sera”, 30 aprile 2023
https://www.corriere.it/spettacoli/23_aprile_30/polis-festival-riflettere-fine-ex-jugoslavia-b0abc0bc-e763-11ed-b581-fd3e8cfc5b91.shtml

È nato in sordina nel 2018 in quel di Ravenna proponendo incontri e laboratori per avvicinare il pubblico al teatro contemporaneo e ora eccolo nel centro della città per portare il meglio della scena teatrale dei Balcani. È Polis Teatro Festival l’appuntamento ideato e diretto da Davide Sacco e Agata Tomšič (compagnia ErosAntEros), la sesta edizione di un Festival dove il dialogo tra Paesi europei è da sempre protagonista. Dal 2 al 7 maggio in cartellone oltre 25 eventi diffusi tra Teatro Rasi, Artificerie Almagià, MAR – Museo d’Arte, Teatro Sociale e Teatro Alighieri. «Per il focus di quest’anno» affermano gli ideatori «abbiamo scelto artisti provenienti da Bosnia, Croazia, Kosovo, Slovenia, Albania e compagnie che su quel territorio hanno deciso di indagare e riflettere. Al centro della scena questioni che ci riguardano e nuovi linguaggi per raccontare il nostro tempo, con un particolare attenzione all’immaginazione capace di modificare la realtà». […]

“Muoio come un paese” di Dimitris Dimitriadis: la vertigine della Storia e le sue orme culturali.
Gilda Tentorio intervista Gemma Hansson Carbone, “PAC – Pane Acqua Culture”, 28 aprile 2023
https://www.paneacquaculture.net/2023/04/28/muoio-come-un-paese-di-dimitris-dimitriadis-la-vertigine-della-storia-e-le-sue-orme-culturali-intervista-a-gemma-hansson-carbone

Sguardo lucido e consapevole, un’energia vivida che guarda a progettualità di ampio respiro: Gemma Hansson Carbone ti travolge con il suo entusiasmo. La sua è un’identità cosmopolita favorita dalle origini italo-svedesi, con un’apertura a quel meticciato fluido che è la cifra per interpretare le contraddizioni del mondo contemporaneo. Lavora presso il Teatro Nazionale di Göteborg, ma si definisce una «freelance in giro per l’Europa e per il mondo»: si ritaglia infatti spazi creativi come attrice o regista in progetti che appaghino la sua inquietudine nomadica.
Ho seguito i suoi lavori, soprattutto quando l’hanno portata in Grecia a collaborare con i  maggiori registi contemporanei (Terzopoulos, Marmarinòs, Elli Papakonstantinou), e nelle sue sperimentazioni di linguaggi artistici sempre nuovi trovo un filo rosso: il tema della memoria, in una prospettiva di responsabilità e di interrogazione sul sé.

Ora la giovane artista si cimenta con un testo capitale della drammaturgia greca moderna, Muoio come un paese, di Dimitris Dimitriadis (1944-), che debutterà a Ravenna (qui il teaser) il prossimo 2 maggio nell’ambito della sesta edizione di POLIS Teatro Festival.

Il testo fu pubblicato nel lontano 1978, dopo gli anni bui della dittatura dei colonnelli, quando la Grecia viveva il sogno della prosperità e l’euforia del “tutto è possibile”. Un fulmine a ciel sereno. Si tratta di una straordinaria allegoria: un’intera civiltà è al collasso, non nascono più figli, tutto si sgretola, le maglie dell’ordine e del vivere civile si allentano in un gioco al massacro e alla follia, mentre si susseguono annunci allarmanti sull’arrivo di un popolo nemico. A suo tempo, il testo, così radicale e controcorrente, non fu compreso, ma con gli anni è diventato uno dei must del repertorio greco.

Come sei approdata a questo testo che è uno dei vertici della letteratura greca contemporanea?

Me lo ha fatto conoscere alcuni anni fa Aglaia Pappà, un’attrice che lo ha sperimentato in scena e lo ha portato anche in Francia. Per me è stata una folgorazione. Il testo non è teatrale, ma una “poesia in prosa”, una metafora fantascientifica e allo stesso tempo arcaica di una società che ha perso se stessa e che è morta in se stessa. Esiste una traduzione italiana, a cura di Barbara Nativi e Dimitri Milopoulos, che lo avevano presentato nel 2002 al Festival Intercity al Teatro della Limonaia. Ma ho letto anche l’originale greco e la traduzione francese: insomma, è diventato per me un’ossessione. Ho capito subito che era un testo irrinunciabile ma dovevo trovare la prospettiva giusta. All’inizio progettavo di portarlo in Svezia e di curarne soltanto la regia, ma poi per una serie di problemi, coincidenze o scherzi del destino, grazie al supporto dello stesso Dimitriadis, uomo di grande generosità e ispirazione, e anche di Terzopoulos, ho capito che il testo mi chiamava in un senso totale. E così il progetto ha cominciato a muovere i primi passi, con il mio ruolo di regista e unica performer, e ha acquisito le mie dimensioni “nomadiche”.

[…]

Un’altra novità di POLIS Teatro Festival 2023 è la collaborazione con il Centro Europe Direct della Romagna, che ha portato anche alla realizzazione di un podcast, all’interno di PodDARE LIVE un progetto di DARE (Comune di Ravenna in collaborazione con Informagiovani Ravenna), in cui vengono intervistati alcuni dei principali protagonisti della sesta edizione del festival: ErosAntEros, Qendra Multimedia, ZONE -poème- e Žiga Divjak / Mladinsko Gledališče.

Ascolta il PODCAST qui: https://www.spreaker.com/user/15382099/polis-teatro-festival-2023-balkan-focus_1

POLIS teatro festival 2023 su Radio Citta Fujiko all’interno di Breakfast Club In Scena a cura di William Piana.

PODCAST per risentire la presentazione del festival, con estratti dalla conferenza stampa. Dal minuto 3′ 20”.

Il 19 aprile alle ore 12, presso le Artificerie Almagià si è tenuta la conferenza stampa della sesta edizione di POLIS Teatro Festival.

Dal 2 maggio Polis Teatro Festival: il festival del teatro contemporaneo dedicato ai Balcani
Intervista a ErosAntEros, Ravenna Web TV, 19 aprile 2023
https://www.ravennawebtv.it/dal-2-maggio-polis-teatro-festival-il-festival-del-teatro-contemporaneo-dedicato-ai-balcani/

25 appuntamenti per la sesta edizione di Polis Teatro Festival, il festival di teatro contemporaneo europeo di Ravenna che quest’anno presenta un focus internazionale dedicato ai Balcani. Una ventina gli spettacoli che si alterneranno nei teatri ravennati e al Mar dal 2 al 7 maggio. Il 10 e l’11 giugno l’epilogo in collaborazione con il Ravenna Festival vedrà, sabato, sul palco ErosAntEros con Gaia, e domenica una tavola rotonda dedicata alla sostenibilità negli eventi culturali e nello spettacolo dal vivo. […]

Il video dell’intervista:

POLIS Teatro Festival – Balkan Focus: dal 2 al 7 maggio e poi il 10 e 11 giugno la rassegna di teatro contemporaneo europeo curata da ErosAntEros
Intervista a ErosAntEros, Ravennanotizie.it, 19 aprile 2023
https://www.ravennanotizie.it/cultura-spettacolo/2023/04/19/polis-teatro-festival-balkan-focus-dal-2-al-7-maggio-e-poi-il-10-e-11-giugno-la-rassegna-di-teatro-contemporaneo-europeo-curata-da-erosanteros/

Dal 2 al 7 maggio Ravenna diventa il palcoscenico di POLIS Teatro Festival, con la direzione artistica di Davide Sacco e Agata Tomšič / ErosAntEros, che, in questa sua sesta edizione, rafforza la sua vocazione di festival di teatro contemporaneo europeo con un focus internazionale sui Balcani e un epilogo straordinario in collaborazione con Ravenna Festival il 10 e 11 giugno. […]

Il video dell’intervista:

Dal 2 al 7 maggio torna POLIS Teatro Festival, che nel 2023 giunge alla sua sesta edizione, dopo cinque anni di successi per uno dei pochi festival teatrali italiani che indagano tematiche fondamentali quali la difesa dei diritti civili, le migrazioni, le guerre, il cambiamento climatico, il ruolo dell’arte nella società.

Nel 2023 POLIS torna con un focus internazionale sui Balcani con alcuni degli artisti più interessanti della scena teatrale europea!

Tra le novità di POLIS Teatro Festival 2023, grazie alla collaborazione con Scoppio Autolinee srl, c’è l’attivazione del servizio di navetta per domenica 6 maggio 2023 in modo da poter raggiungere il Teatro Socjale partendo dal centro di Ravenna.

ANDATA: ritrovo alle 11 alla fermata del bus in via di Roma tra Teatro Rasi e MAR
RITORNO: ritrovo alle 14 al Teatro Socjale di Piangipane con arrivo allo stesso luogo della partenza

Info di biglietteria per lo spettacolo al Teatro Socjale:
Intero con navetta* 15€ | Intero 10€ | Under30 con navetta* 8€ | Under30 3€
*acquistabile esclusivamente in prevendita

Maggiori info di biglietteria qui: https://polisteatrofestival.org/biglietti/


Da martedì 11 aprile 2023 è possibile acquistare i biglietti per gli spettacoli della sesta edizione di POLIS Teatro Festival sia online (https://www.vivaticket.com/it/tour/polis-teatro-festival/2996) e presso i punti vendita Vivaticket, sia presso il Teatro Rasi, il giovedì pomeriggio dalle 16 alle 18.

Dal 2 al 7 maggio 2023 la città di Ravenna accoglie POLIS Teatro Festival, che, in questa edizione, rafforza la sua vocazione di festival di teatro contemporaneo europeo con un focus internazionale sui Balcani e un epilogo straordinario in collaborazione con Ravenna Festival il 10 e 11 giugno 2023, con il debutto dello spettacolo GAIA, di cui è possibile acquistare i biglietti presso il Teatro Alighieri oppure online sul sito di Ravenna Festival (https://www.ravennafestival.org/events/gaia/).

-> Tutte le info di biglietteria: https://polisteatrofestival.org/biglietti/