ErosAntEros – POLIS Teatro Festival rinnova la partecipazione alla rete nazionale di teatri, festival e istituzioni di In-Box, che seleziona e promuove alcune delle esperienze produttive più interessanti della scena emergente italiana, sostenendo la crescita di una domanda e un’offerta teatrali ampie e qualificate attorno al teatro emergente e ai linguaggi del contemporaneo, favorendo il ricambio generazionale.
Ma quest’anno c’è una novità: il progetto In-Box cambia assetto e distende la sua azione sull’arco di 24 mesi. Il bando In-Box e il bando In-Box Verde usciranno ad anni alterni, canalizzando l’attenzione sul teatro di prosa e le sue contaminazioni (In-Box) e sul teatro ragazzi (In-Box Verde) in maniera più intensa e specifica su ciascuno dei due bandi.
Il bando In-Box 2024 è online ed è possibile partecipare entro e non oltre le ore12.00 del 23 novembre 2023. Il bando mette in palio 91 repliche per 8 spettacoli finalisti. E tra queste anche una data a POLIS Teatro Festival 2025!
Torna il progetto Visionar* di Ravenna! Dopo il successo delle precedenti edizioni, ErosAntEros rinnova la chiamata pubblica rivolta a tutte le persone appassionate o incuriosite dal teatro perscegliere ben due spettacoli da inserire nel programma di POLIS Teatro Festival 2024.
Che cos’è e come funziona L’Italia dei Visionari? L’Italia dei Visionari è un progetto di formazione dello “spettatore attivo” promosso da CapoTrave/Kilowatt Festival al quale ErosAntEros aderisce dal 2020. In ognuna delle città dei partner che si uniscono al progetto viene formato un gruppo di Visionar* incaricato di prendere visione dei video e delle schede artistiche degli spettacoli pervenuti attraverso un bando nazionale destinato a singol* artist*, compagnie emergenti e indipendenti, che operano professionalmente nel teatro contemporaneo, nella danza e nella performing art, per scegliere quelli da inserire nella programmazione di ciascuno degli enti/ teatri/ festival coinvolti (ciascun gruppo in completa autonomia rispetto agli altri gruppi).
Da chi è composto il gruppo di Visionar*? Da spettator* che si impegnano a vedere le creazioni che le varie compagnie inviano in risposta al bando della rete nazionale L’Italia dei Visionari, persone che vivono nella provincia di Ravenna, appassionate dei linguaggi teatrali e delle arti performative, che pur non essendo operator* teatrali, possono selezionare tra i tanti spettacoli candidati quelli che desiderano vedere nei teatri della propria città.
Per entrare nel gruppo Visionar* di Ravenna non sono necessarie particolari competenze, ma curiosità e passione nei confronti del teatro, nonché la disponibilità a riunirsi tra novembre 2023 e marzo 2024 per 5 incontri collettivi attraverso i quali scegliere gli spettacoli che verranno inseriti nel programma del festival.
Come si fa a diventare Visionari*? Per unirti al gruppo, compila il modulo di iscrizione a questo link https://forms.gle/vL7xHXk59YScGvd29entro il 15 novembre 2023.
Attività gratuita, previa iscrizione all’associazione EROSANTEROS APS.
Per maggiori informazioni scrivere a info@polisteatrofestival.org.
APERITIVO VISIONARIO Primo incontro conoscitivo con presentazione del progetto e aperitivo: 15 novembre 2023, alle ore 20, presso CittAttiva, via G. Carducci 14 – Ravenna. Gli incontri successivi verranno resi noti il 15 novembre.
Autore: francesca
ErosAntEros – POLIS Teatro Festival rinnova la collaborazione con il progetto L’Italia dei Visionari, lanciato da numerosi enti, tra teatri e festival italiani: CapoTrave / Kilowatt (Sansepolcro AR), Festival Le Città Visibili (Rimini), MTM-Manifatture Teatrali Milanesi gestito da Fondazione Palazzo Litta per le Arti Onlus (Milano), Progetto Fertili Terreni Teatro (Torino, progetto formato da A.M.A. Factory, Cubo Teatro e Tedacà che gestiscono le stagioni di BellArte, Off Topic, San Pietro in Vincoli), ErosAntEros – POLIS Teatro Festival (Ravenna), Pilar Ternera/NTC (Livorno).
Ogni anno viene lanciato un bando destinato ai singoli artisti e alle compagnie emergenti e indipendenti che operano professionalmente nel teatro contemporaneo, nella danza e nella performing art. Al bando possono partecipare artisti che abbiano prodotto o stiano per produrre uno spettacolo che ha debuttato, o debutterà, nel periodo compreso tra gennaio 2023 e l’estate 2024.
Il teatro ha un solo futuro, ed è un processo in cui i modi di espressione diventano sempre più sofisticati. L’arte scenica non si distingue tra persone e luoghi; si distingue tra messaggi e attitudini, apre nuovi modi di pensare e si comporta in modo pragmatico. L’impressione che mi rimane del festival POLIS è la sua audacia e la sua capacità di ispirare. E questo è un linguaggio teatrale a prova di futuro.
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In conclusione, POLIS è un festival che presenta al pubblico sia dubbi che messaggi. Questa è sicuramente una doppia offerta di valore. La ricerca in corso del festival credo che produrrà nuove e rilevanti idee sull’espressione teatrale nel prossimo futuro. Pochi potranno rimanere indifferenti a tutto ciò. E a proposito di attualità, vorrei sottolineare che questi progetti teatrali pulsano di complessità e impegno. Abbiamo la fortuna di sperimentare il lavoro di artisti i cui processi di pensiero sono trasparenti e potenti. Sembra che il futuro del teatro risieda in strutture sapientemente create come questo festival. Scoprendo queste strutture – che possono essere nascoste in eventi di questo tipo – scopriamo l’essenza del futuro dell’arte teatrale.
Autore: francesca
POLIS Teatro Festival, diretto da Agata Tomšič e Davide Sacco / ErosAntEros dal 2018 a Ravenna, anche quest’anno viene premiato dal Ministero della Cultura (Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo) con la qualità artistica più alta tra tutti i Festival di teatro italiani e il punteggio totale più alto tra le Prime istanze triennali della stessa categoria. Un traguardo che va a incrementare il successo di un festival che in soli sei anni è cresciuto fino a diventare un festival internazionale di teatro contemporaneo, coinvolgendo artisti, operatori e studiosi di massimo rilievo, promuovendo progetti e spettacoli innovativi tra spettatori di età, provenienze sociali e culturali diverse, alternando sui propri palchi ospiti di varie generazioni e provenienze, accomunati da una ricerca teatrale che non smette mai di mettersi alla prova, di porre domande ai temi urgenti del presente, di aprire nuove prospettive interpretative e di mettersi in relazione con altri soggetti culturali e sociali del territorio.
La bella notizia si somma al recente riconoscimento ottenuto da ErosAntEros con il rinnovo delleconvenzioni quinquennali dell’Assessorato alla cultura del Comune di Ravenna, che ha aumentato fortemente il suo sostegno a favore del festival, in un anno che ha visto POLIS premiato da un incremento degli spettatori di oltre il 40% (pari al 350% se paragonato alla prima edizione del 2018) e dall’attenzione sempre maggiore da parte della stampa e dagli operatori internazionali, per un totale di 200 pernottamenti nella città di Ravenna legati alle sole ospitalità del festival.
POLIS Teatro Festival è sostenuto da Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Otto per Mille della Chiesa Valdese, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
ideazione Davide Sacco e Agata Tomšič / ErosAntEros drammaturgia Agata Tomšič regiae music design Davide Sacco con Agata Tomšič gli attivisti climatici Fulvio Arniani, Adriana Aviles, Patrizia Bassani, Roberto Bustacchini, Annalisa Conte, Miriam Fabietti, Cristina Ferro, Cecilia Lombardi, Giuseppina Maestri, Chiara Ossani, Vitaliana Pantini, Alessandra Pepoli, Romina Piazza, Amanda Quach, Erika Anastasia Santoro, Marco Sassatelli, Franca Tassinari e la partecipazione speciale di Gaia Montanari, Margherita Tedde, Sara Trabalza video Francesco Tedde costumi Arianna Fantin sartoria Manja Beneke, Marta Benini luci Marco Rabiti assistenti alle prove Andrea Cavina, Claudia Giliberto organizzazione Veronica Arietto comunicazione Francesca Mambelli
produzione Ravenna Festival, ErosAntEros – POLIS Teatro Festival in residenza presso La Chartreuse de Villeneuve lez Avignon – Centre national des écritures du spectacle, Masque Teatro, Ravenna Teatro con il sostegno diMinistero della Cultura, Regione Emilia-Romagna e Comune di Ravenna
progetto vincitore di EFFEA – European Festivals Fund for Emerging Artists 2023, co-funded by the European Union
Autore: francesca
POLIS Teatro Festival 2023 si è concluso con successo, vincendo la sfida di un’edizione ancora più ampia e internazionale.
Grazie a tutte le persone che sono state con noi.
ErosAntEros è già al lavoro sulla prossima edizione… stay tuned!
POLIS nasce nel 2018 come un piccolo progetto per il territorio in cui noi ErosAntEros, dopo quasi 10 anni di attività come compagnia di teatro contemporaneo, volevamo condividere con gli spettatori di Ravenna le forme teatrali che noi stessi stavamo ricercando come artisti. Ovvero forme performative contemporanee che indagano temi impegnati, che riteniamo importanti da condividere con le persone, per riflettere sulla società in cui viviamo attraverso il prisma privilegiato dell’arte teatrale e, speriamo, uscire dal teatro con la voglia di cambiarla in meglio.
Un’arte teatrale vicina alla realtà in cui viviamo e quindi alle persone, anche attraverso una serie di progetti partecipativi ed educativi, di coinvolgimento e sviluppo del pubblico, che fin dalla prima edizione hanno avvicinato il teatro ai giovani e a tutte quelle persone che per motivi economici o sociali non vi hanno ancora messo piede.
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Autore: francesca
Lo spettacolo dall’anima ecologica ai tempi della grande alluvione Luca Manservisi, “Ravenna&Dintorni”, 8 giugno 2023
Se si sta preparando uno spettacolo sui cambiamenti climatici, il disastro dell’alluvione rischia di assumere un significato ancora più forte. È il caso della compagnia ravennate ErosAntEros, che durante i drammatici eventi delle scorse settimane stava preparando il debutto (sabato 10 e domenica 11 giugno alle 21 in prima nazionale al teatro Alighieri di Ravenna) della nuova produzione Gaia – come si legge nella cartella stampa – «un tentativo di spingere gli spettatori a non restare indifferenti di fronte alla distruzione della nostra unica casa comune: Gaia, la Terra». «Sentirsi assediati dall’acqua, anche per chi come noi fortunatamente non è stato colpito direttamente dall’alluvione, mentre sul comodino hai libri con titoli come Conto alla rovescia, Dopo l’apocalisse, Il mondo senza di noi, La nostra casa in fiamme, fa un certo effetto», commenta Agata Tomsic, drammaturga, attrice e anima (insieme al compagno Davide Sacco) di ErosAntEros. Ma come è stato scelto, il tema dei cambiamenti climatici? «Da tempo – continua Tomsic – cerchiamo di coinvolgere spettatori e semplici cittadini nei nostri progetti e quella ambientale è sempre risultata essere tra le questioni più urgenti da affrontare. Lo abbiamo cercato di fare con lo strumento della distopia, immaginandoci quindi un mondo futuro, per cercare di riflettere attraverso il teatro. In questo caso però la realtà è entrata decisamente dentro la finzione». […]
Se si pensa alla storia della lotta operaia nei Balcani, è impossibile non avere in mente il minatore di Husino, simbolo della rivoluzione di 7000 lavoratori contro lo sfruttamento degli industriali. Lo sciopero dei minatori del 1920, sfociato in rivolta armata e represso infine nel sangue dalle autorità locali, è una memoria ancora viva nelle terre ex-jugoslave, come testimoniato anche dallo spomenik eretto a Tuzla nel 1956 per commemorare l’evento.
Può un simbolo come il minatore di Husino essere ancora attuale? Se lo sfruttamento dei lavoratori è ancora una realtà, è possibile reinterpretare la storia per dimostrare nuovamente l’urgenza di una presa di posizione di fronte alle disuguaglianze?
È questa la base da cui parte la ricerca di Branko Šimić, regista, attore e performer di Amburgo di origini bosniache che, in occasione del centenario della rivolta, ha lavorato sulla figura del minatore per interrogarsi sulle possibilità politiche del teatro e dell’immaginazione. Il risultato è Il minatore di Husino, performance che con la commistione di realismo socialista e disco music fa eco al celebre assunto di Emma Goldman “se non posso ballare non è la mia rivoluzione”.
Abbiamo avuto modo di fare quattro chiacchiere con l’artista durante il POLIS Teatro Festival di Ravenna, dove ha portato in scena il suo Minatore. Ringraziamo Anida Poljac per il lavoro di interpretariato durante la conversazione.
Ciao, Branko! Innanzitutto presentati, parlaci un po’ in generale del tuo lavoro e del tuo percorso come artista.
Sono nato in Bosnia, a Tuzla, vicino Husino, che è il tema della performance ed è ormai diventato parte della mitologia locale. Ho poi studiato all’Akademija Scenskih Umjetnosti di Sarajevo, ma allo scoppio della guerra in Jugoslavia nel 1992 sono emigrato in Germania, ad Amburgo. All’inizio ho svolto dei lavori umili, anche pesanti, poi ho creato un collettivo con delle persone sul posto e mi sono iscritto all’esame per regia teatrale alla Theaterakademie di Amburgo. Sono stato il primo straniero a essere stato preso in accademia come regista teatrale, ed è stato un grande salto: sono passato da profugo di guerra a uno dei primi studenti di regia e di teatro in una città come Amburgo.
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Autore: francesca
Intervista a ErosAntEros in occasione del debutto di GAIA su Rai Radio3 Suite – Panorama.
Mercoledì 7 giugno 2023 ore 20.15 Rai Radio3 Suite – Panorama
GAIA, messa in scena corale e partecipata Il destino incerto del pianeta nella visione di ErosAntEros Giorgio Lopez, “Ravenna Festival Magazine”, 6 giugno 2023
Il 10 e 11 giugno, al Teatro Alighieri di Ravenna, debutta in prima assoluta lo spettacolo Gaia, della compagnia teatrale ErosAntEros, coproduzione di Ravenna Festival e POLIS Teatro Festival, con il sostegno di alcune prestigiose istituzioni teatrali europee. Un progetto innovativo che porta in scena il cambiamento climatico e la catastrofe ambientale dal punto di vista mitico e scientifico, dando voce ai cittadini che hanno a cuore l’ambiente.
Ad aprile, dopo essere stato in residenza a La Chartreuse di Avignone, uno dei più ambiti centri di ricerca drammaturgica francesi, il progetto è partito a Ravenna, con l’organizzazione di due laboratori paralleli: uno aperto alla cittadinanza e l’altro dedicato agli studenti internazionali di I-Contact del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna. Ne abbiamo parlato con i creatori della performance Agata Tomšič e Davide Sacco, per l’appunto ErosAntEros.
Com’è costruito lo spettacolo?
«Unisce monologo e coralità, in una commistione fra testo (scritto e interpretato da Agata Tomšič ndr) e musica elettronica (composta da Davide Sacco, anche regista ndr) che vuole trasmettere immagini evocative grazie alla connessione profonda tra voce, suono e video. Nello spettacolo non c’è dialogo, al centro della scena c’è solo Gaia, il Pianeta con le sue trasformazioni.I tre atti ricalcano i tre momenti della Terra dal punto di vista umano: il passato, mitico, cosmogonico della nascita di Gaia; il presente, analitico, affronta scientificamente l’inquinamento, presentando dati, manifesti e dichiarazioni degli attivisti presenti in scena, che hanno risposto alla chiamata pubblica; il futuro, distopico, mostra uno squarcio, brevissimo, di preveggenza del destino della Terra. Il secondo atto è quello più corposo e mostra allo spettatore come la nostra realtà quotidiana, come testimonia anche dall’alluvione che in questi giorni sta colpendo la Regione, sia più distopica di qualsiasi visione fantascientifica». […]
A lungo hanno lavorato in scena sulle distopie del nostro tempo, ma nelle settimane scorse è come se ci fossero finiti dentro loro stessi. Le alluvioni che hanno devastato i dintorni di Ravenna, la loro città, sono state drammaticamente rivelatrici, perché di rovine ambientali, di rischi per il pianeta, di crisi climatiche e di come non restare indifferenti, parla proprio il loro lavoro: Gaia, nuovo spettacolo di ErosAntEros con la partecipazione di venticinque tra cittadini e attivisti ravennati, al Teatro Alighieri il 10 e 11 giugno per il Ravenna Festival. […]
Autore: francesca
La crisi climatica (anche) a teatro Giorgia Valeri, “Famiglia Cristiana”, 1 giugno 2023
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Il sodalizio artistico nasce da un’idea comune, dalla volontà di «condividere con le persone degli argomenti urgenti. Il nostro obiettivo è portare verso il teatro la riflessione su questioni importanti e utilizzare l’immaginazione come strumento per trasformare la realtà o per creare negli spettatori il desiderio di visualizzare un mondo diverso, magari migliore», spiega Agata Tomšic. Il fil rouge alla base delle loro rappresentazioni è dato da un lavoro pedissequo sulle forme del teatro contemporaneo e sul contenuto testuale, che si basa su un’approfondita ricerca di fonti che spaziano dalla letteratura alla scienza, passando dalla filosofia fino all’enciclica Laudato si’ di papa Francesco.
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Autore: francesca
Grazie alla collaborazione e alla traduzione di Estranei, è disponibile la trascrizione in italiano della tavola rotonda sul Teatro contemporaneo dei Balcani con Ivan Medenica, Sasho Ognenovski e Dubravka Vrgoč, coordinati da Natasha Tripney, svoltasi all’interno del programma di POLIS Teatro Festival 2023. Il video dell’incontro, tenutosi in inglese, è sempre disponibile sui canali del festival, mentre la trascrizione è disponibile sul sito di Estranei: https://www.estranei.org/2023/05/30/polis-festival-il-teatro-contemporaneo-dei-balcani/
Ve ne lasciamo un estratto:
[…]
L’argomento di cui andremo a parlare oggi è il teatro contemporaneo dei Balcani, e sarebbe utile chiarire innanzitutto cosa si intenda con il termine “Balcani”. Questa conversazione richiederebbe ben più dei cinque minuti che abbiamo a disposizione per riassumere al meglio la questione, ma potremmo dire che la geografia, la lingua, la storia e la cultura hanno tutte un ruolo nel definire cosa intendiamo quando parliamo di Balcani. C’è in gioco anche qualcosa di più intangibile, credo, una questione di come la regione si percepisce e come viene percepita dall’esterno. Oggi, passeggiando per Ravenna, stavamo ammirando i mosaici, eravamo in un museo e ci è stato chiesto di abbassare un po’ il volume della voce, al che Ivan ha risposto “Scusateci, siamo dei Balcani”. Ecco, forse questo rende un po’ l’idea di questa percezione.
Quando parla dei Balcani, Žižek è solito dire che la regione inizia a Est del luogo in cui ci si trova, per cui gli sloveni credono che i Balcani inizino a Est della Slovenia, i Croati a Est della Croazia e così via. Ma su una cosa possiamo essere d’accordo: il teatro dei Balcani non è una realtà omogenea, non c’è un solo teatro, c’è invece una compresenza di scene ben distinte. Alcune si sovrappongono, altre sono più isolate se paragonate alle altre, è il caso della scena del Kosovo, di cui abbiamo visto il bellissimo Burrnesha di Jeton Neziraj ieri sera. Tra queste scene a volte ci sono degli elementi comuni, dei riferimenti culturali o persino delle lingue condivise, c’è la complessa eredità della Jugoslavia, e c’è un passato comune che in un certo senso non è ancora passato. Anche il fatto che nella regione ci siano parole diverse per dire teatro, gledališče, kazalište, pozorište, ciascuna con connotazioni leggermente diverse su cosa sia il teatro e come viene percepito, ecco, penso sia un esempio molto calzante di come esista un teatro ma ne esistano anche diversi.
Atmosfera dinamica e multiculturale, fra confronto e sguardo rivolto verso il teatro contemporaneo europeo con un focus internazionale sui Balcani hanno caratterizzato la sesta edizione di Polis Teatro Festival, con la direzione artistica di Davide Sacco e Agata Tomšič di ErosAntEros, che si è svolta ad inizio maggio a Ravenna, poco dopo la prima ondata di maltempo che ha flagellato l’Emilia Romagna e prima del secondo, terribile disastro.
Spettacoli, performance e incontri di approfondimento, diffusi tra Teatro Rasi, Artificerie Almagià, MAR – Museo d’Arte della città e Teatro Sociale, un totale di 26 appuntamenti capaci di far riflettere su tematiche di attualità e di fare i conti con la storia, anche recente dell’Europa e del bacino del Mediterraneo, fra conflitti e lacerazioni, come quelle che hanno attraversa i paesi della ex Jugoslavia per lanciare un messaggio di dialogo possibile per un futuro di pace. Tanti gli spettacoli proposti – da rimarcare che tutti quelli internazionali sono stati apprezzati in lingua originale con soprattitoli, realizzati anche grazie alla preziosa collaborazione con il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione di Forlì-Università di Bologna – per un festival che dovrebbe avere un epilogo straordinario, il 10 e 11 giugno, al Teatro Alighieri in collaborazione con Ravenna Festival, con la prima nazionale di “Gaia”, nuova produzione ErosAntEros che si concentra sul tema del cambiamento climatico, in questa situazione ancora più urgente e fondamentale, entrando in relazione con i luoghi in cui viene creato e portando in scena non professionisti, attivisti e giovani del territorio, e adattando la sua “scenografia effimera” agli spazi che incontra.
Il festival ha un percorso in crescita, riconosciuto dal Ministero della Cultura che gli ha assegnato la qualità artistica più alta tra i festival di teatro italiani e il punteggio totale più alto tra le prime istanze triennali della stessa categoria.
Continuiamo – dopo il video reportage di Renzo Francabandera – il racconto sulla sesta edizione di POLIS Teatro Festival – dal 2 al 7 maggio a Ravenna e con la direzione artistica di Davide Sacco e Agata Tomšič -, che per quest’anno ha voluto focalizzarsi sui movimenti migratori e i conflitti lungo la rotta balcanica, sul fronte variegato delle milizie dello Stato e quelle ribelli, in relazione con le questioni di genere. Un festival prezioso e dal respiro internazionale, che abbraccia la necessaria tematica dei diritti umani e il senso della giustizia, dello stato di marginalità e della rabbia verso la precarietà esistenziale.
L’ultimo giorno del festival si apre con il racconto teatrale PPP ti presento l’Albania – spettacolo vincitore di MittelYoung 2021 – del giovane artista italo-albanese Klaus Martini: una storia che racconta la riconquista del mondo dell’infanzia da parte del figlio ventenne di migranti albanesi, ospitata nel suggestivo Teatro Socjale di Piangipane, luogo fondato dai braccianti della zona negli anni ‘20 e che rafforza la potenza e l’impatto emotivo della pièce. Lo sguardo è rivolto a Pasolini e al suo romanzo Il sogno di una cosa, opera del biennio ’49-’50 in cui viene rappresentato l’universo contadino friulano, visto nelle sue aspirazioni politiche e sociali deluse, ma sostanzialmente immerso in una dimensione idillica e dallo stile elegiaco. É così che sul palcoscenico il protagonista Ilir – coinvolgente alter-ego del regista -, dopo aver letto il testo, inizia una corrispondenza immaginaria con PPP che lo spinge a parlare del fascismo in Albania e della migrazione dei suoi genitori, della vigorosa tradizione dei nonni e dello stato attuale della realtà, cercando una centratura nella dialettica tra il senso dell’appartenenza alla terra delle proprie origini e la rivisitazione nostalgica di un sogno infranto. Un sogno infranto che è un mondo da cui si è dovuto allontanare per preservare la possibilità di una nuova e diversa integrazione, ma a cui egli, inevitabilmente, si avvicina con i sentimenti fino a penetrarlo e a coglierne l’essenza.
[…]
POLIS, quindi, conferma il merito dell’importante traguardo che gli è stato conferito pochi giorni fa dal Ministero della Cultura (Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo) inerente l’assegnazione della qualità artistica più alta tra i Festival di teatro italiani (art. 17) e il punteggio totale più alto tra le Prime istanze triennali della stessa categoria. Un festival che vedrà il proprio epilogo – il 10 e 11 giugno 2023 al Teatro Alighieri e in collaborazione con Ravenna Festival – con la prima nazionale di GAIA, la nuova produzione di ErosAntEros sul cambiamento climatico. Un grido di aiuto che racconterà di un’emergenza che non si può ignorare, un atto di ribellione in cui siamo tutti coinvolti, soprattutto dopo la violenta alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna in questi giorni e che acuisce la rabbia e la solidarietà di tutti noi.
Tra gli ospiti più attesi di quest’edizione di POLIS Teatro Festival, il drammaturgo kosovaro Jeton Neziraj ha già all’attivo una carriera prolifica nei teatri di tutta Europa. Noto per il taglio irriverente, farsesco e fortemente politico dei suoi testi, Neziraj tiene in scacco il pubblico e l’establishment culturale interrogandoli sulla propria responsabilità e sui propri pregiudizi, e lo fa con una sapiente commistione di riferimenti letterari, testuali e metateatrali, vivacizzati da una forte impronta balcanica.
A POLIS è stato portato in scena lo spettacolo Burrnesha, che partendo dall’esperienza di una vergine giurata albanese trapiantata a Londra intavola una riflessione sui ruoli di genere, sulla libertà individuale e sulle loro manifestazioni in diversi contesti culturali. Dopo lo spettacolo, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Jeton, e oltre che di Burrnesha abbiamo parlato anche del suo recente The Handke Project, dove un gruppo di drammaturghi e attori da tutta Europa indaga il tema della responsabilità etica e politica dell’arte.
[…]
Autore: francesca
Alla vigilia di una nuova espressione teatrale Sasho Ognenovski su POLIS 2023, “Kultura”, 17 maggio 2023 https://tinyurl.com/bdcrkf5h
Il fenomeno teatrale ha un solo futuro, ed è la sua espressione. L’arte scenica non differenzia persone e luoghi, differenzia messaggi e atteggiamenti, apre nuovi modi di pensare e agisce in modo pragmatico, ma perfettamente d’impatto.
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Polis Teatro Festival di Ravenna parla la lingua del futuro dell’arte teatrale: audace e stimolante. Da sei anni questo festival teatrale di grande interesse si muove lungo il sottile sentiero della ricerca e si concentra su alcuni movimenti teatrali del nostro pianeta.
Polis è un festival che offre al pubblico dilemmi e messaggi che non lo lasceranno calmo e rilassato. Polis è un festival teatrale la cui ricerca nel prossimo futuro porterà nuove idee nell’espressione teatrale con un’attualità che non lascerà nessuno indifferente. Parlando di attualità, vorrei sottolineare che questi progetti teatrali sono pulsanti di complessità e impegno, con artisti dal pensiero trasparente e straordinariamente potente. In attesa della settima edizione, Polis entusiasmerà il pubblico già il mese prossimo con il suo prossimo progetto, anch’esso nell’ambito di questo festival intitolato “Gaia”. Sembra che il futuro del teatro risieda in nidi piccoli ma molto riservati e sapientemente costruiti come questo festival. Scoprendoli, scopriamo l’essenza dell’arte del futuro.
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