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Gaia il mito, il disastro e la salvezza
Anna Bandettini, “La Repubblica”, 2 giugno 2023
https://www.repubblica.it/dossier/le-guide/ravenna-festival/2023/07/03/news/gaia_il_mito_il_disastro_e_la_salvezza-402763588/

A lungo hanno lavorato in scena sulle distopie del nostro tempo, ma nelle settimane scorse è come se ci fossero finiti dentro loro stessi. Le alluvioni che hanno devastato i dintorni di Ravenna, la loro città, sono state drammaticamente rivelatrici, perché di rovine ambientali, di rischi per il pianeta, di crisi climatiche e di come non restare indifferenti, parla proprio il loro lavoro: Gaia, nuovo spettacolo di ErosAntEros con la partecipazione di venticinque tra cittadini e attivisti ravennati, al Teatro Alighieri il 10 e 11 giugno per il Ravenna Festival. […]

La crisi climatica (anche) a teatro
Giorgia Valeri, “Famiglia Cristiana”, 1 giugno 2023

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Il sodalizio artistico nasce da un’idea comune, dalla volontà di «condividere con le persone degli argomenti urgenti. Il nostro obiettivo è portare verso il teatro la riflessione su questioni importanti e utilizzare l’immaginazione come strumento per trasformare la realtà o per creare negli spettatori il desiderio di visualizzare un mondo diverso, magari migliore», spiega Agata Tomšic. Il fil rouge alla base delle loro rappresentazioni è dato da un lavoro pedissequo sulle forme del teatro contemporaneo e sul contenuto testuale, che si basa su un’approfondita ricerca di fonti che spaziano dalla letteratura alla scienza, passando dalla filosofia fino all’enciclica Laudato si’ di papa Francesco.

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Grazie alla collaborazione e alla traduzione di Estranei, è disponibile la trascrizione in italiano della tavola rotonda sul Teatro contemporaneo dei Balcani con Ivan Medenica, Sasho Ognenovski e Dubravka Vrgoč, coordinati da Natasha Tripney, svoltasi all’interno del programma di POLIS Teatro Festival 2023. Il video dell’incontro, tenutosi in inglese, è sempre disponibile sui canali del festival, mentre la trascrizione è disponibile sul sito di Estranei: https://www.estranei.org/2023/05/30/polis-festival-il-teatro-contemporaneo-dei-balcani/

Ve ne lasciamo un estratto:

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L’argomento di cui andremo a parlare oggi è il teatro contemporaneo dei Balcani, e sarebbe utile chiarire innanzitutto cosa si intenda con il termine “Balcani”. Questa conversazione richiederebbe ben più dei cinque minuti che abbiamo a disposizione per riassumere al meglio la questione, ma potremmo dire che la geografia, la lingua, la storia e la cultura hanno tutte un ruolo nel definire cosa intendiamo quando parliamo di Balcani. C’è in gioco anche qualcosa di più intangibile, credo, una questione di come la regione si percepisce e come viene percepita dall’esterno. Oggi, passeggiando per Ravenna, stavamo ammirando i mosaici, eravamo in un museo e ci è stato chiesto di abbassare un po’ il volume della voce, al che Ivan ha risposto “Scusateci, siamo dei Balcani”. Ecco, forse questo rende un po’ l’idea di questa percezione. 

Quando parla dei Balcani, Žižek è solito dire che la regione inizia a Est del luogo in cui ci si trova, per cui gli sloveni credono che i Balcani inizino a Est della Slovenia, i Croati a Est della Croazia e così via. Ma su una cosa possiamo essere d’accordo: il teatro dei Balcani non è una realtà omogenea, non c’è un solo teatro, c’è invece una compresenza di scene ben distinte. Alcune si sovrappongono, altre sono più isolate se paragonate alle altre, è il caso della scena del Kosovo, di cui abbiamo visto il bellissimo Burrnesha di Jeton Neziraj ieri sera. Tra queste scene a volte ci sono degli elementi comuni, dei riferimenti culturali o persino delle lingue condivise, c’è la complessa eredità della Jugoslavia, e c’è un passato comune che in un certo senso non è ancora passato. Anche il fatto che nella regione ci siano parole diverse per dire teatro, gledališčekazalištepozorište, ciascuna con connotazioni leggermente diverse su cosa sia il teatro e come viene percepito, ecco, penso sia un esempio molto calzante di come esista un teatro ma ne esistano anche diversi. 

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POLIS TEATRO FESTIVAL 23. A RAVENNA, PRIMA DELL’ALLUVIONE, IL FESTIVAL DI EROSANTEROS
– Elisabetta Reale, “Krapp’s Last Post”, 25 maggio 2023
https://www.klpteatro.it/polis-teatro-festival-23-ravenna-erosanteros?fbclid=IwAR2DjSam4F2ll891il3Gm924cOAfPCeK2X7aqp0pqiK665aItXOVl_CoKkk

Atmosfera dinamica e multiculturale, fra confronto e sguardo rivolto verso il teatro contemporaneo europeo con un focus internazionale sui Balcani hanno caratterizzato la sesta edizione di Polis Teatro Festival, con la direzione artistica di Davide Sacco e Agata Tomšič di ErosAntEros, che si è svolta ad inizio maggio a Ravenna, poco dopo la prima ondata di maltempo che ha flagellato l’Emilia Romagna e prima del secondo, terribile disastro.

Spettacoli, performance e incontri di approfondimento, diffusi tra Teatro Rasi, Artificerie Almagià, MAR – Museo d’Arte della città e Teatro Sociale, un totale di 26 appuntamenti capaci di far riflettere su tematiche di attualità e di fare i conti con la storia, anche recente dell’Europa e del bacino del Mediterraneo, fra conflitti e lacerazioni, come quelle che hanno attraversa i paesi della ex Jugoslavia per lanciare un messaggio di dialogo possibile per un futuro di pace.
Tanti gli spettacoli proposti – da rimarcare che tutti quelli internazionali sono stati apprezzati in lingua originale con soprattitoli, realizzati anche grazie alla preziosa collaborazione con il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione di Forlì-Università di Bologna – per un festival che dovrebbe avere un epilogo straordinario, il 10 e 11 giugno, al Teatro Alighieri in collaborazione con Ravenna Festival, con la prima nazionale di “Gaia”, nuova produzione ErosAntEros che si concentra sul tema del cambiamento climatico, in questa situazione ancora più urgente e fondamentale, entrando in relazione con i luoghi in cui viene creato e portando in scena non professionisti, attivisti e giovani del territorio, e adattando la sua “scenografia effimera” agli spazi che incontra.

Il festival ha un percorso in crescita, riconosciuto dal Ministero della Cultura che gli ha assegnato la qualità artistica più alta tra i festival di teatro italiani e il punteggio totale più alto tra le prime istanze triennali della stessa categoria.

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Le urgenti voci dei Balcani raccontate da POLIS Teatro Festival 2023
Sara Perniola, “Pane Acqua Culture”, 23 maggio 2023
https://www.paneacquaculture.net/2023/05/23/le-urgenti-voci-dei-balcani-raccontate-da-polis-teatro-festival-2023-pt-2/?fbclid=IwAR2-hXV99KSeYFRhov6VdosnlcoVY8m8BJ6eMfGsVjaTU1p6pOPSge9LW50

Continuiamo – dopo il video reportage di Renzo Francabandera – il racconto sulla sesta edizione di POLIS Teatro Festival – dal 2 al 7 maggio a Ravenna e con la direzione artistica di Davide Sacco e Agata Tomšič -, che per quest’anno ha voluto focalizzarsi sui movimenti migratori e i conflitti lungo la rotta balcanica, sul fronte variegato delle milizie dello Stato e quelle ribelli, in relazione con le questioni di genere. Un festival prezioso e dal respiro internazionale, che abbraccia la necessaria tematica dei diritti umani e il senso della giustizia, dello stato di marginalità e della rabbia verso la precarietà esistenziale.

L’ultimo giorno del festival si apre con il racconto teatrale PPP ti presento l’Albania – spettacolo vincitore di MittelYoung 2021 – del giovane artista italo-albanese Klaus Martini: una storia che racconta la riconquista del mondo dell’infanzia da parte del figlio ventenne di migranti albanesi, ospitata nel suggestivo Teatro Socjale di Piangipane, luogo fondato dai braccianti della zona negli anni ‘20 e che rafforza la potenza e l’impatto emotivo della pièce. Lo sguardo è rivolto a Pasolini e al suo romanzo Il sogno di una cosa, opera del biennio ’49-’50 in cui viene rappresentato l’universo contadino friulano, visto nelle sue aspirazioni politiche e sociali deluse, ma sostanzialmente immerso in una dimensione idillica e dallo stile elegiaco.
É così che sul palcoscenico il protagonista Ilir – coinvolgente alter-ego del regista -, dopo aver letto il testo, inizia una corrispondenza immaginaria con PPP che lo spinge a parlare del fascismo in Albania e della migrazione dei suoi genitori, della vigorosa tradizione dei nonni e dello stato attuale della realtà, cercando una centratura nella dialettica tra il senso dell’appartenenza alla terra delle proprie origini e la rivisitazione nostalgica di un sogno infranto. Un sogno infranto che è un mondo da cui si è dovuto allontanare per preservare la possibilità di una nuova e diversa integrazione, ma a cui egli, inevitabilmente, si avvicina con i sentimenti fino a penetrarlo e a coglierne l’essenza.

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POLIS, quindi, conferma il merito dell’importante traguardo che gli è stato conferito pochi giorni fa dal Ministero della Cultura (Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo) inerente l’assegnazione della qualità artistica più alta tra i Festival di teatro italiani (art. 17) e il punteggio totale più alto tra le Prime istanze triennali della stessa categoria. Un festival che vedrà il proprio epilogo – il 10 e 11 giugno 2023 al Teatro Alighieri e in collaborazione con Ravenna Festival – con la prima nazionale di GAIA, la nuova produzione di ErosAntEros sul cambiamento climatico. Un grido di aiuto che racconterà di un’emergenza che non si può ignorare, un atto di ribellione in cui siamo tutti coinvolti, soprattutto dopo la violenta alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna in questi giorni e che acuisce la rabbia e la solidarietà di tutti noi.

Balcani, teatro e politica: una chiacchierata con Jeton Neziraj
Giorgia Maurovich intervista Jeton Neziraj, “Estranei”, 18 maggio 2023
https://www.estranei.org/2023/05/18/balcani-teatro-e-politica-una-chiacchierata-con-jeton-neziraj/?fbclid=IwAR2nKG5rylbEwWofQ3h6-7rg4gFCySex_QdacE_a3nQxGS0F55aehQ5fXJk

Tra gli ospiti più attesi di quest’edizione di POLIS Teatro Festival, il drammaturgo kosovaro Jeton Neziraj ha già all’attivo una carriera prolifica nei teatri di tutta Europa. Noto per il taglio irriverente, farsesco e fortemente politico dei suoi testi, Neziraj tiene in scacco il pubblico e l’establishment culturale interrogandoli sulla propria responsabilità e sui propri pregiudizi, e lo fa con una sapiente commistione di riferimenti letterari, testuali e metateatrali, vivacizzati da una forte impronta balcanica.

A POLIS è stato portato in scena lo spettacolo Burrnesha, che partendo dall’esperienza di una vergine giurata albanese trapiantata a Londra intavola una riflessione sui ruoli di genere, sulla libertà individuale e sulle loro manifestazioni in diversi contesti culturali. Dopo lo spettacolo, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Jeton, e oltre che di Burrnesha abbiamo parlato anche del suo recente The Handke Project, dove un gruppo di drammaturghi e attori da tutta Europa indaga il tema della responsabilità etica e politica dell’arte.

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Alla vigilia di una nuova espressione teatrale
Sasho Ognenovski su POLIS 2023, “Kultura”, 17 maggio 2023
https://tinyurl.com/bdcrkf5h

Il fenomeno teatrale ha un solo futuro, ed è la sua espressione. L’arte scenica non differenzia persone e luoghi, differenzia messaggi e atteggiamenti, apre nuovi modi di pensare e agisce in modo pragmatico, ma perfettamente d’impatto.


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Polis Teatro Festival di Ravenna parla la lingua del futuro dell’arte teatrale: audace e stimolante. Da sei anni questo festival teatrale di grande interesse si muove lungo il sottile sentiero della ricerca e si concentra su alcuni movimenti teatrali del nostro pianeta.

Polis è un festival che offre al pubblico dilemmi e messaggi che non lo lasceranno calmo e rilassato. Polis è un festival teatrale la cui ricerca nel prossimo futuro porterà nuove idee nell’espressione teatrale con un’attualità che non lascerà nessuno indifferente. Parlando di attualità, vorrei sottolineare che questi progetti teatrali sono pulsanti di complessità e impegno, con artisti dal pensiero trasparente e straordinariamente potente. In attesa della settima edizione, Polis entusiasmerà il pubblico già il mese prossimo con il suo prossimo progetto, anch’esso nell’ambito di questo festival intitolato “Gaia”. Sembra che il futuro del teatro risieda in nidi piccoli ma molto riservati e sapientemente costruiti come questo festival. Scoprendoli, scopriamo l’essenza dell’arte del futuro.


A Est di quale Ovest? Il teatro dei Balcani nel focus del Polis Teatro Festival di ErosAntEros
Anna Maria Monteverdi, “Rumor(s)cena”, 16 maggio 2023
https://www.rumorscena.com/16/05/2023/a-est-di-quale-ovest-il-teatro-dei-balcani-nel-focus-del-polis-teatro-festival-di-erosanteros

Meritato successo di critica e di pubblico per l’edizione 2023 del Polis Festival, ideato e diretto da Davide Sacco e Agata Tomšič -Compagnia ErosAntEros-. Il focus sui Balcani è stata un’occasione davvero preziosa e rarissima per incontrare i protagonisti di un territorio così vicino ma della cui storia e cultura conosciamo davvero pochissimo. Spettacoli sulla memoria della guerra firmati da registi italiani e francesi, oltre che da autori bosniaci, sloveni, croati, albanesi arricchiti di approfondimenti, dialoghi con gli artisti, con direttori di Festival, il tutto concentrato in una settimana, aperta purtroppo, dall’alluvione devastante del territorio ravennate e limitrofo. I ritardi, i disagi e le cancellazioni di treni dovuti all’imprevedibile e disastroso evento naturale non hanno scoraggiato il pubblico internazionale e i giornalisti, accorsi numerosi a tutti gli eventi dislocati tra il Teatro Alighieri, Teatro Rasi, Teatro Sociale, MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna e Artificerie Almagià. La perfetta organizzazione ha permesso di muoversi agilmente da uno spazio all’altro.

Questo festival ha davvero regalato emozioni fortissime nel ricordo di una guerra ancora impressa fortemente nella mente di tutti, a partire dalla straordinaria performance ENEMY (cross the Balkans) ideata espressamente per gli spazi del Museo MAR dal gruppo francese Zone-Poéme fondato da Mélodie Lasselin e Simon Capelle. Nelle sale comunicanti del Museo sono stati dislocati cocci rotti e abiti militari a ricordare che in ogni parte dei  Balcani da loro visitati nel 2022, ci sono ancora tracce evidenti di guerra, anzi di guerre perché queste si sono susseguite una dopo l’altra dal 1991, ognuna con la sua lingua, ognuna con la sua voce, ognuna con la sua ragione sbagliata: la Guerra d’Indipendenza slovena (1991); la Guerra in Croazia (1991-1995); la Guerra in Bosnia-Erzegovina (1992-1995); la Guerra del Kosovo (1996-1999).

Quelle tracce residue di esplosioni, di corpi divelti, di fosse comuni sono diventate la memoria comune dei popoli dei Balcani, ovvero anche la nostra memoria. L’idea della compagnia è quella infatti, di “uscire dalle frontiere dell’Unione Europea che ci garantiscono una certa stabilità, e andare a vedere fuori, il destino dei Paesi che sono prossimi all’ingresso nell’Unione Europea o che al contrario ne rimangono distanti a causa del gioco di partecipazioni e conflitti ancora in corso”. Come non ricordare a questo proposito, la famosa “instabilità controllata” del Kosovo che dal 1999 rende alcune città del Nord a maggioranza serba, come Mitrovica, ancora oggi focolai difficili da spegnere, motivo che allontana Kosovo e Serbia da una loro annessione alla UE.

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Polis teatro festival 2023: il video reportage
Renzo Francabandera, “Pane Acqua Culture”, 14 maggio 2023
https://www.paneacquaculture.net/2023/05/14/polis-teatro-festival-2023-il-video-reportage/?fbclid=IwAR3NTSqoQ7lTxqFGD6S_su6-yezHw7XEcAYs-W9uIbtmnK-Rf3RUGu8XivY

Si è da pochi giorni conclusa la sesta edizione di POLIS Teatro Festival, con la direzione artistica di Davide Sacco e Agata Tomšič / ErosAntEros, accolta nella città di Ravenna con 26 eventi, tra spettacoli, performance e incontri di approfondimento, diffusi tra Teatro Rasi, Artificerie Almagià, MAR – Museo d’Arte della città e lo storico Teatro Socjale di Piangipane; ma anche le biblioteche e librerie della città hanno partecipato al Balkan Focus, e la casa editrice Editoria&Spettacolo ha partecipato al festival alle Artificerie Almagià.

Epilogo straordinario del festival, il 10 e 11 giugno 2023 al Teatro Alighieri in collaborazione con Ravenna Festival, sarà la prima nazionale di GAIA, la nuova produzione di ErosAntEros sul cambiamento climatico, che vede in scena anche non-professionisti del territorio.

Intanto dal Ministero della Cultura (FUS) arriva un riconoscimento, con l’assegnazione al festival della qualità artistica più alta tra i Festival di teatro italiani (art. 17) e il punteggio totale più alto tra le Prime istanze triennali della stessa categoria, riassunta in fondo anche dai numeri di questa edizione che ha fatto registrare oltre 1350 spettatori e 330 biglietti Under30 venduti, oltre alla presenza di operatori e giornalisti sia nazionali che internazionali (tra cui anche una troupe televisiva del principale canale nazionale sloveno).

Qui il video reportage:

Contro-storie di guerra in una «Polis» balcanica
Gianni Manzella, “il manifesto”, 13 maggio 2023
https://ilmanifesto.it/contro-storie-di-guerra-in-una-polis-balcanica

È una sorta di pellegrinaggio slavo, per rubare il titolo a un lontano incontro fra Jerzy Grotowski e Anatolji Vasil’ev, l’edizione di quest’anno del festival Polis che si è concluso nei giorni scorsi a Ravenna. Un focus su un oriente, quello dei paesi balcanici, che sta in realtà alle nostre porte. Dove, malgrado gli anni già passati, è ancora viva la memoria delle guerre che hanno sconvolto il paesaggio umano (oltre che politico) della ex Jugoslavia. Illuminando per la sua parte un’altra guerra in atto, nel millenario scontro fra oriente e occidente. Non è un caso che al Nemico sia intitolato il lavoro che il collettivo francese ZONE -poème- ha composto attraversando i Balcani o che il tema del traditore sia al centro dello spettacolo feroce e derisorio che del regista bosniaco-croato Oliver Frljic. Così come non sorprende più, dopo un po’, che le origini etniche siano il primo elemento qualificativo degli artisti.

Kosovaro è Jeton Neziraj che nello stile di un nostalgico «terzo teatro» ha allestito la scombinata vicenda di una drag queen volata a Londra. Bosniaco è Branko Simic, autore di un’installazione performativa che mette letteralmente al centro dell’angusto spazio scenico la statua rotante e rivestita di specchietti del Minatore di Husino, eroe armato di lotte operaie di un secolo fa calato in mezzo a musica disco e luci strobo a interrogarsi su dove sono finite le rivoluzioni d’antan. E le origini familiari sono l’oggetto del monologo del giovane italo-albanese Klaus Martini che proietta nel Friuli della madre di Pasolini il paese di sua madre.

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POLIS Teatro Festival
Maria Dolores Pesce, “dramma.it”, 12 maggio 2023
http://www.dramma.it/index.php?option=com_content&view=article&id=34836:polis-teatro-festival&catid=40:articoli&Itemid=12

In contesti e con significati diversi, e anche con sfumature talora contraddittorie, i Balcani sono stati spesso definiti la “ferita d’Europa”, una ferita che, come sorta di stimmata identitaria, talvolta riprende a sanguinare. Luogo da sempre di transito tra Oriente e Occidente, luogo di antichissime e più recenti migrazioni per sua stessa natura geografica, invece di essersi trasformato in un fecondo bacino di fusione di identità singole e collettive, invece di definirsi cioè quale luogo di scambio, è diventato e si è quasi sempre caratterizzato come luogo di scontro. Anzi direi come “il luogo”, in senso fisico ma anche in senso spirituale o mentale, dello scontro, scontro di civiltà e scontro di etnie, scontro di individui e scontro di Stati, come l’ultima tragica fiammata che lo ha attraversato negli anni 90 del novecento, alla caduta di quella Jugoslavia rivelatasi laboratorio promettente ma poi, per cause diverse, frantumatosi. Oggi, infine, è ancora la terra di transito, il percorso (la cosiddetta “rotta balcanica”) di una migrazione disperata che vuole solo attraversarla, quella terra, per poter poi andare oltre, verso il miraggio di una Europa Felix che i Balcani, come sempre anticipano, difendono ma insieme ingannano. Polis, il festival internazionale ideato e diretto da Davide Sacco e Agata Tomsic/ErosAntEros, svoltosi a Ravenna dal 2 al 7 maggio, è appunto dedicato ai Balcani, visti e anche giudicati con la lente dell’arte scenica che, deformandoli visionariamente e trasfigurandoli esteticamente, rende più trasparenti anche i movimenti della Storia, soprattutto li rende più comprensibili ed elaborabili oltre le asprezze e le rigidità esistenzialmente, e inevitabilmente, introiettate.

È la sua vocazione, iscritta nel suo stesso nome che rievoca ed insieme auspica, attraverso un teatro che vuole essere appunto politico nel senso più alto del termine, un vivere collettivo che sia condivisione, e comune comprensione nell’arte, degli eventi che ci circondano e che spesso si perdono nella liquidità opaca dell’oggi.
Tra l’altro proprio in questi giorni si è avuta notizia che “il Ministero della Cultura (Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo) ha assegnato a POLIS Teatro Festival la qualità artistica più alta tra i Festival di teatro italiani (art. 17) e il punteggio totale più alto tra le Prime istanze triennali della stessa categoria”.
Ospiti d’onore del 2023, dunque, i Balcani e gli artisti, non solo balcanici, che li hanno amati o solo percorsi con interesse; una settimana non soltanto di spettacoli, che comunque sono ciò che dà vero senso a tutto quello che sta attorno, ma ovviamente anche di dibattiti, incontri, installazioni per analizzare, condividere e anche, perché no, giudicare la Storia e le storie, nei diversi punti di incontro dentro la città.

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«Ti senti più albanese o più italiano»?
I Balcani al centro del festival Polis che si è svolto a Ravenna dal 2 al 7 maggio

Antonio Audino, “Il Sole 24 Ore”, 12 maggio 2023
https://www.ilsole24ore.com/art/ti-senti-piu-albanese-o-piu-italiano-AEPommSD

Il festival Polis, che si è svolto a Ravenna dal 2 al 7 maggio, occupa un posto tutto particolare nella rete delle manifestazioni teatrali italiane, per un suo specifico carattere, per le chiare linee di riflessione e di programmazione, per quel clima piacevole capace di dar vita a un vitale scambio di idee, intrecciate nel passare da un teatro all’altro, tra un dibattito e un incontro dopo lo spettacolo, tra operatori, artisti e pubblico. La rassegna, organizzata dalla compagnia ErosAntEros, si dedica ogni anno ad un ambito geografico particolare, andando ad indagare sulle questioni più scottanti di una determinata zona del mondo.

Balcani

Quest’anno la lente veniva posta sui Balcani, un territorio tanto complesso, per questioni politiche e sociali, quanto ricco di storia e di tradizioni culturali. Così arrivavano in diversi spazi della città elaborazioni sceniche con al centro alcuni dei temi più scottanti riguardo a quelle terre, il più evidente dei quali rimane, comunque, quello delle identità etniche dopo la rovinosa caduta della Jugoslavia, che teneva in qualche modo e forzatamente unite le tante diversità.

Così in Dannato sia il traditore della patria sua! di Oliver Frlijć realizzato dagli attori dallo Slovensko Mladinsko Gledalisce di Lubiana, vengono mostrate le tensioni interne allo stesso gruppo artistico, in cui ci si interroga l’un l’altro con sospetto, chiedendo se i genitori siano serbi, croati, o sloveni, per connotare in questo modo chi si ha davanti, riaprendo la traccia ancora viva di conflitti sanguinosi, rivivificando odi viscerali, nell’ostinata e impossibile ricerca di un ben preciso solco per delimitare confini e diversità.

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POLIS Teatro Festival 2023 è terminato, vincendo con successo la sfida di un’edizione ancora più ampia e internazionale.

POLIS si è consolidato come festival di teatro contemporaneo europeo, mantenendo sempre viva l’anima partecipativa del festival, che vede al centro lo spettatore e il suo coinvolgimento attivo.

Grazie per la partecipazione e il supporto che ci avete dimostrato.

Ecco alcuni scatti di Dario Bonazza della sesta edizione di POLIS.


GIORNO #1 – martedì 2 maggio 2023


GIORNO #2 – mercoledì 3 maggio 2023


GIORNO #3 – giovedì 4 maggio 2023


GIORNO #4 – venerdì 5 maggio 2023


GIORNO #5 – sabato 6 maggio 2023


GIORNO #6 – domenica 7 maggio 2023

È tempo di dichiarazioni dei redditi e, con esse, è possibile sostenere le attività di ErosAntEros – POLIS Teatro Festival in maniera semplice e veloce.

Come?

  • Destina il tuo 5 x 1000 all’associazione
    • indica in dichiarazione dei redditi il CF 92083450392
    • a te non costa nulla
  • Dona attraverso l’Art Bonus
    • un’iniziativa del Ministero della Cultura che promuove il mecenatismo a favore del patrimonio culturale con un credito d’imposta pari al 65% dell’importo donato
    • tutti possono donare, sia persone fisiche, sia enti e società
    • la donazione può essere effettuata tramite carta di credito o bonifico bancario e il mecenate può ottenere un’autodichiarazione inserendo i dati della sua donazione nel portale artbonus.gov.it, dove sono presenti tutte le informazioni riguardanti questo semplice strumento per effettuare erogazioni liberali a sostegno della cultura
    • sostieni ErosAntEros – POLIS Teatro Festival sul portale di Art Bonus, è facilissimo
    • indica in dichiarazione dei redditi il CF 92083450392
    • a te non costa nulla
  • Diventa soci* dell’associazione

POLIS Teatro Festival, diretto da Agata Tomšič e Davide Sacco / ErosAntEros dal 2018 a Ravenna, ottiene nuovamente la qualità artistica più alta tra i Festival di teatro italiani (art. 17) e il punteggio totale più alto tra le Prime istanze triennali della stessa categoria all’interno del Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo del Ministero della Cultura.

Un grande successo e un grande traguardo per un festival che in soli sei anni è cresciuto tantissimo, fino a consolidarsi come festival internazionale.

POLIS Teatro Festival è sostenuto da Ministero della Cultura, Regione Emilia-RomagnaComune di Ravenna – Assessorato alla CulturaFondazione del Monte di Bologna e RavennaOtto per Mille della Chiesa ValdeseFondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea e Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.

PPP ti presento l’Albania al Teatro Socjale di Piangipane
Valentina Barisano, “Limina”, 11 maggio 2023
https://www.liminarivista.it/oltre-la-soglia/ppp-ti-presento-lalbania-al-teatro-socjale-di-piangipane/?cli_action=1683714760.052

Dalla sua nascita a Ravenna nel 2018 alla sesta edizione del 2023, POLIS Teatro Festival si presenta come una rassegna con due intenzioni illuminate; la prima, più squisitamente politica, aspira a rimettere al centro temi quali difesa di diritti civili, le migrazioni, le guerre e il cambiamento climatico. La seconda, altrettanto politica ma anche sociale, vuole riavvicinare il pubblico al teatro contemporaneo e riportare sotto il palco anche cittadini che per motivi sia economici che culturali non vi mettono piede, adottando misure inclusive come il contenimento dei prezzi.

Quest’anno i due ideatori e direttori, Davide Sacco e Agata Tomšič della compagnia ErosAntEros, hanno scelto di porre il focus sull’eterogeneo panorama dei paesi balcanici. Dal 2 al 7 maggio in cartellone si sono tenuti eventi diffusi nella città, favorendo «artisti provenienti da Bosnia, Croazia, Kosovo, Slovenia, Albania e compagnie che su quel territorio hanno deciso di indagare e riflettere».

L’intento di portare a Ravenna il teatro nella sua dimensione europea si sposa con quello di animare non solo la città ma anche le aree limitrofe. Ed è per questo che con una navetta messa a disposizione dall’organizzazione si può raggiungere il Teatro Socjale di Piangipane, sede dello spettacolo di Klaus Martini, PPP ti presento l’Albania. La cornice della messa in scena è parte della suggestione generale e si lega perfettamente col filo politico del programma di POLIS: al centro della landa padana si innalza, in un piccolo paesino, un palazzo costruito da una cooperativa di braccianti a inizio Novecento, i quali nella loro concezione collettivistica della produzione erano persuasi che la realizzazione di spazi destinati alla comunità permettessero l’elevazione culturale delle masse contadine. 

Oltrepassando la prima saletta del palazzo, ci si ritrova direttamente in teatro. Sul palco appare una scenografia essenziale, composta da tavolo e sedia bianchi, libro, lampadine e una serie di foto. Per Klaus Martini, nato in Albania e cresciuto in Italia tra Umbria e Friuli Venezia Giulia, non è il primo lavoro che coinvolge la figura di Pier Paolo Pasolini, avendo precedentemente figurato tra i ruoli principali in La Morteana con la regia di Massimo Somaglino. In questa occasione, il suo incontro con Pasolini lo porta a sviluppare un monologo autobiografico composto di storie personali, scritti di Pasolini e ritocchi autoriali.

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