Vai al contenuto

Ecco il video finale di POLIS 2024, che si è concluso con successo.

Grazie ancora a tutte le persone che sono state con noi per questa settima edizione del festival.

Buona visione!

La verità come un’arma
Maria Leskova, 18 maggio 2024

Contributo creato all’interno del workshop OBSERVING THE CATASTROPHE, condotto da Tom Mustroph durante POLIS 2024, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna e in particolare con il Master in International Cooperation on Human Rights and Intercultural Heritage.

“La coincidenza del caso e della fortuna mi ha portato a POLIS Teatro Festival di Ravenna venerdì sera (10/05/2024). Un’altra prova che le coincidenze non esistono, perché ciò che ho visto mi ha catturato la mente e lo spirito.

Lo spettacolo di ErosAntEros, della durata di 45 minuti, è basato su un saggio di Bertolt Brecht scritto nel 1934. È passato quasi un secolo, ma i suoi contenuti valgono ancora la pena di essere riletti. La storia si ripete, o come disse un famoso storico “la storia non è un insegnante ma un supervisore – non insegna, ma punisce severamente chi non impara le lezioni”. […]

L’articolo completo, scritto in inglese, è disponibile qui: https://polisteatrofestival.org/news/maria-leskova-on-on-the-difficulty-of-telling-the-truth-may-18-2024/?lang=en

Polis Teatro Festival 24 – parte 2 – She She Pop, Le Cerbottane, Rimini Protokoll
Olindo Rampin, “PAC”, 21 maggio 2024
https://www.paneacquaculture.net/2024/05/21/polis-teatro-festival-24-parte-2-she-she-pop-le-cerbottane-rimini-protokoll/

“[…] È domenica mattina e siamo a Piangipane, nella campagna ravennate. Al Teatro Socjale, costruito nel 1920 grazie all’iniziativa dei braccianti riuniti nelle gloriose cooperative d’allora, debutta Millenovecento|89, firmato da Le Cerbottane, Laura Pizzirani e Francesca Romana Di Santo, in collaborazione con Ateliersi e Polis Teatro Festival. Racconto proteiforme e arguto della ingloriosa fine del Pci vista con gli occhi delle due interpreti, che in quegli anni erano bambine e figlie di militanti di base, è la prima tappa di una più ampia riflessione sul Novecento, L’alba dentro l’imbrunire.

La struttura dello spettacolo è eminentemente plurilinguistica: parodica, documentaria, narrativa, comica, drammatica, elegiaca, post-televisiva. È un collage di umoristiche tranches de vie, di inserti di realtà con documenti audiovisivi d’epoca, di sketch parodianti la struttura delle sit-com e delle soap, lucidamente additate, con un sorriso, come una delle spie dell’istupidimento collettivo alimentato dalla tv commerciale degli anni ‘80. Autoritratto saporoso e puntuto di una generazione traumatizzata in tenera età dal crollo del Muro di Berlino, Millenovecento|89 è un viaggio dolce-amaro nel decennio segnato dalla capitolazione della sinistra, inscenato con brio “popolareggiante”.

Le Cerbottane non si limitano però a parodiare la genesi dell’era turbo-liberista inaugurata dalla abominata Thatcher e inoculata in Italia dal berlusconismo politico-televisivo, potentemente rievocato anche con il gustoso montaggio di raccapriccianti epifanie di spot in tv a tubo catodico, dove la promozione di auto, profumi e articoli di cucina trasudava un ripugnante maschilismo. Hanno dei conti in sospeso anche con la loro parte, fatta oggetto di una ironia che riguarda ora le forme rigide della disciplina di partito, ora l’endemico maschilismo che escludeva le donne dal dibattito politico, ora i tempi e i modi e le ragioni della scelta di cambiare nome, restituita con un felice montaggio delle sbigottite telefonate degli elettori al Partito, le cui originali trascrizioni a penna sono proiettate su uno schermo. Ma alla scanzonata contestazione non sfugge neppure lo spettro stizzoso di Marx, prima contestato per i suoi ritardi culturali sulla questione femminile, infine burlescamente rieducato in chiave cool-pop e aggiornato sui Gender Studies e l’intersezionalità.

Torniamo a Ravenna, dove ai Giardini Pubblici, il German Focus propone The Walks dei tedeschi Rimini Protokoll. Ripudiato il teatro come spazio scenico, abiurata la rappresentazione-finzione, il rapporto tra artista e pubblico avviene qui nello spazio urbano, attraverso il genere della passeggiata audioguidata, con il fine di disvelare aspetti della realtà di solito sottratti all’osservazione. I nostri spostamenti, quando di rado avvengono a piedi, sono di solito volti a un fine, non sono disinteressati, errabondi, e sono quindi fatalmente dominati da uno sguardo distratto. La formazione tedesca è specializzata in questo linguaggio, che qui si traduce in una app che il fruitore scarica sullo smartphone e che viene attivata con un codice personale. […]”

POLIS Teatro Festival 24 – parte 1 – Mats Staub e ErosAntEros
Olindo Rampin, “PAC”, 17 maggio 2024
https://www.paneacquaculture.net/2024/05/17/polis-teatro-festival-24-parte-1-mats-staub-e-eros-anteros/

“C’è un’ispirazione neo-umanistica, un sentore di rinnovati echi spiritualistici di derivazione esistenzialista in Death and Birth in My Life, la video-installazione realizzata dall’artista bernese ma residente a Berlino Mats Staub e presentata a POLIS, il festival ravennate diretto da Davide Sacco e Agata Tomšič/ErosAntEros. Focus di quest’anno: la scena contemporanea tedesca.

Promotore di una poetica della realtà incompatibile con il teatro come rappresentazione, Staub ha allestito una raccolta di video-racconti di dialoghi autobiografici tra persone reali, realizzati in Paesi diversi, dal Sudafrica all’Irlanda, intorno all‘Alfa e all’Omega della vita umana. Nel suo percorso formativo Staub ha all’attivo anche studi religiosi, che forse hanno contribuito a nutrire l’aura spiritualeggiante che avvertiamo nel suo lavoro.

All’ingresso in sala viene proposta la scelta di uno degli otto video fruibili. L’atmosfera è intima e vi contribuisce lo “spirito del luogo”, le Artificerie Almagià, un ex opificio dove si stoccava lo zolfo che somiglia a una cattedrale antica, come spesso accade in Emilia-Romagna, dove anche i poderi rurali oggi in triste abbandono sembrano chiese. La penombra della “navata” centrale, le luci soffuse e le poltrone poste di fronte ai due schermi verticali su cui scorrono le confessioni di due interlocutori rendono la visione stranamente pacificata. Il pubblico in attesa parla a voce bassa, come si fa per rispetto nei momenti che precedono la celebrazione di un rito.

[…]

Dal quartiere della darsena camminiamo verso il centro storico di Ravenna e raggiungiamo il Teatro Rasi, dove Davide Sacco e Agata Tomšič, i due artisti e direttori del festival, dopo il recente debutto della loro versione di Santa Giovanna dei Macelli, continuano l’itinerario di una meritoria riscoperta di Bertolt Brecht, stavolta non con un’opera teatrale ma con uno degli scritti polemici che riguardano il rapporto tra arte e politica: Cinque difficolta nello scrivere la verità, apparso nel 1935, da cui hanno tratto lo spettacolo Sulla difficolta di dire la verità.

Giovanna Dark, la “filantropa” che troppo tardi comprende la ferocia del capitalismo e muore canonizzata come Santa Giovanna dei Macelli, “risorge” qui propugnatrice appassionata e battagliera delle “istruzioni” per scrivere bene la verità che Brecht rivolge ad artisti e intellettuali nei primi anni dell’esilio. «Eroe bastonato» dalle circostanze, così definiva Benjamin il personaggio del teatro epico brechtiano per differenziarlo dall’eroe tragico, Giovanna/Agata Tomšič in un certo senso rinasce con un abito grigio di ascetica semplicità e gli anfibi militari, tra il monacale e l’attivista. Bersaglio polemico di Brecht sono gli intellettuali che denunciano la barbarie senza spiegare la ragione che la provoca, e cioè il fatto che «i rapporti di proprietà non vengono modificati». Così, per scrivere la verità, sono necessari non solo il coraggio ma anche l’accortezza di saperla riconoscere, l’arte di renderla maneggevole, l’avvedutezza di saperla scrivere per qualcuno che possa servirsene, l’astuzia di saperla divulgare eludendo la sospettosa vigilanza dello stato.

Diversamente da quel che si potrebbe pensare a prima vista, un testo di questa natura è tutt’altro che estraneo al teatro e alla lirica brechtiane. È felice quindi la scelta di inframmezzare la lettura di questa prosa polemica con due assaggi poetici. Si pensi al fatto che la «vecchia donna» ridotta in povertà protagonista de L’acquirente decide con coraggio di tornare nei negozi anche se non ha soldi, «per far sapere come stanno le cose», cioè per dire efficacemente la verità. Similmente, le parole d’ordine di Lode dell’imparare incarnano la «pietrificazione formale» (Fortini) delle proposizioni marxiste che serviva a tradurle in contenuti pratici: «Impara l’a b c; non basta ma imparalo! (…) Tu devi prendere il potere!»

La cifra interpretativa messa a punto da Agata Tomšič si esprime in una dizione inesorabile, dalla tonalità severa e incalzante, screziata di una rabbia controllata, ritmata come un metronomo, ma che a tratti prende fuoco in acuti di una vocalità contagiosamente audace. Sono originali fughe gorgheggianti, che culminano in un trillo d’uccello, con dentro una vena esplosiva. Esse si uniscono felicemente con le sonorità elettroniche di Davide Sacco e con le fotografie di Michele Lapini che scorrono sul fondale: immagini di manifestazioni e di lotte, di cariche della polizia, spesso ribollenti, in sintonia con la musica, in un processo di disgregazione grafica, materica e cromatica, che commenta acutamente le punte espressive della pregevole ricerca vocale-interpretativa.
A tratti la performer si allontana dal microfono e in un’area della scena in penombra cambia il registro vocale e passa a un tono sussurrato, privato, in intima comunione con il pubblico. La figura sottile e nervosa, il volto esangue, mobilissimo, ora severo ora inquieto o dolce, il profilo affilato, gli occhi chiari resi iridescenti dalla luce teatrale, Agata Tomšič sembra discendere “per li rami” da genealogie attoriali dell’avanguardia primonovecentesca e mitteleuropea, famiglie teatrali di energica irrequietezza e di caparbia tenacia.”

A, B, C DELLA DEMOCRAZIA. C COME COSTITUZIONE / Luoghi e passioni dell’altra Ravenna. Due intense giornate, fra lavoro, ambiente e arte
Maria Paola Patuelli, “Ravenna Notizie”, 14 maggio 2024
https://www.ravennanotizie.it/rubriche/a-b-c-democrazia/2024/05/14/a-b-c-della-democrazia-c-come-costituzione-luoghi-e-passioni-dellaltra-ravenna-due-intense-giornate-fra-lavoro-ambiente-e-arte/

“[…] Ma ho avuto un altro momento di intensa partecipazione al Teatro Rasi, nella serata dello stesso giorno. Nel programma del Festival Polis della compagnia ErosAntEros ho trovato uno spettacolo che mi ha richiamato con forza, tratto da un saggio politico di Bertolt Brecht, scritto nel 1934. Nel 1933 Brecht aveva lasciato la Germania nazista. Il titolo del saggio Come dire la verità ai deboli e combattere la menzogna dei potenti è diventato, nello spettacolo, Sulla difficoltà di dire la verità, un monologo detto con forte intensità da Agata Tomsic. Mentre ascoltavo, mi chiedevo. Allora, il tempo non è passato? Brecht è tornato fra noi? Ancora ci vuole coraggio per dire la verità? E ci vuole  molta attenzione nel riconoscerla, perché spesso è avvolta da fitta nebbia? E una volta riconosciuta, come comunicarla bene? Inoltre, a chi comunicarla? Un destinatario non vale l’altro. […]

Farsi trasformare dalle visioni
Michele Pascarella, “Gagarin”, 7 maggio 2024
https://www.gagarin-magazine.it/2024/05/incontro-ravvicinato/farsi-trasformare-dalle-visioni-conversazione-con-agata-tomsic-e-davide-sacco-erosanteros-polis-teatro-festival/

“Dal 7 al 12 maggio torna a Ravenna POLIS Teatro Festival, che ha aperto la settima edizione con lo spettacolo Santa Giovanna dei Macelli di Bertolt Brecht, in un prologo andato in scena il 24 aprile al Teatro Alighieri.

[…]

In base a quali principi avete scelto ciò che sarà presentato a Polis Teatro Festival 2024? 

Agata: L’idea iniziale è nata proprio dalla coproduzione internazionale di Brecht che stavamo mettendo in piedi negli ultimi anni e che avrebbe debuttato ad aprile 2024, supportata dai rapporti che abbiamo costruito nell’area di lingua tedesca negli anni: già nel 2015 siamo stati coinvolti in un progetto formativo presso lo Schaubuhne di Berlino, con il Theatre National du Luxembourg siamo con Santa Giovanna alla seconda coproduzione, da diversi anni siamo in dialogo con Milo Rau per cercare di ospitarlo a POLIS (neanche questa volta ci siamo riusciti, ma ritenteremo!), mentre l’estate scorsa abbiamo conosciuto Stefan Kaegi e iniziato con lui uno lungo scambio per capire quale opera di Rimini Protokoll portare a Ravenna quest’anno. Con altri artisti e operatori è stato invece proprio il festival a fare da motore per generare nuove amicizie e collaborazioni. Il sistema teatrale tedesco è molto diverso da quello italiano (dedicheremo a questo argomento addirittura una tavola rotonda, sabato 11 alle 15 al Teatro Rasi!), il che ci ha spinto ad affacciarci maggiormente alla scena indipendente portando nella nostra città alcuni degli artisti più interessanti della scena europea, come, le berlinesi She She Pop e lo svizzero Mats Staub, con opere che sperimentano diversi linguaggi espressivi, forme multidisciplinari, come video-installazioni, camminate, monologhi partecipativi, che più esplicitamente rompono le convenzioni teatrali tradizionali.

Per chi fosse estraneə alle astruserie del contemporaneo: quali sono le opere più facilmente accessibili, tra quelle in programma?

Agata: Sorprendentemente, forse, sono gli artisti emergenti delle due reti nazionali Visionari e In-box, di cui POLIS è partner, e che ospiteremo nei primi giorni, a essere più “tradizionali” dal punto di vista formale. Detto ciò, però, ci tengo a sottolineare che le “astruserie contemporanee” che proponiamo a POLIS sono estremamente fruibili, a volte anche “leggere”, quasi giocose, seppur sempre intelligenti e collegate al tempo presente a livello di contenuti, come nel caso di The Walks di Rimini Protokoll, Posseduto di She She Pop e Millenovecento/89 di Le Cerbottane; altre volte più profonde e commoventi, come nel caso di Death and Birth in My Life di Mats Staub; altre ancora algide o provocatorie, come Autodiffamazione di Barletti/Waas e il nostro nuovissimo Sulla difficoltà di dire la verità, entrambi figli di due grandi drammaturghi del ‘900 come Peter Handke e, ancora una volta, Bertolt Brecht.

[…]

Infine: con quale attitudine è consigliabile venire a un Festival esplicitamente militante come Polis? 

Agata: Con la voglia di farsi sorprendere e “trasformare” dalle visioni che seguiranno, ma anche di passare insieme a noi un tempo speciale fatto di sorrisi, incontri, scambi internazionali, un tempo speciale e sospeso che è quello proprio del festival: dove per una manciata di giorni solo il teatro esiste, e ora dopo ora, minuto dopo minuto, tutto ruota attorno ad esso: parole, sogni, caffè, aperitivi, cappelletti, ma anche mosaici, mostre fotografiche e ovviamente libri, spettacoli, ascolti sonori.”

QUI SI FA LA STORIA
Anna Bandettini all’interno della sua newsletter “Post Teatro – La Repubblica”, 3 maggio 2024

“L’altro festival è POLIS, un piccolo miracolo: nato a Ravenna nel 2018 con spirito arrembante e corsaro, è cresciuto molto in fretta nell’attenzione non banale verso artisti e compagnie indipendenti e  nelle relazioni internazionali che mette in campo, quest’anno con un focus sul teatro contemporaneo dell’area di lingua tedesca, ispirato anche dalle recente messa in scena di Santa Giovanna dei Macelli di Bertolt Brecht del collettivo ErosAntEros cioè Davide Sacco e Agata Tomsic, il tandem organizzativo del festival.

In programma in vari spazi a Ravenna dal 7 al 12 maggio, “Polis” prevede 25 eventi, tra cui, nomi di punta della scena teatrale europea, a partire dal collettivo femminista con base a Berlino She She Pop con Posseduto – Un monologo collettivo  (11 maggio) e i Rimini Protokoll con The Walks,  (9-12 maggio). Altri nomi interessanti, oltre a un bel gruppo di giovani artisti italiani, lo svizzero Mats Staub con Death and Birth in My Life (9-12 maggio) e la compagnia italo-tedesca Barletti/Waas con il loro cult Autodiffamazione di Peter Handke (10 maggio).”

POLIS Teatro Festival su Radio Popolare all’interno di CULT, a cura di Ira Rubini.

PODCAST per risentire la presentazione del festival, con l’intervista ad Agata Tomšič. Dal minuto 21 e 12 secondi.

ErosAntEros, in scena Santa Giovanna dei Macelli
Anna Cavallo, “Theatron 2.0”, 3 maggio 2024
https://webzine.theatronduepuntozero.it/erosanteros-in-scena-santa-giovanna-dei-macelli/

”Brecht è sempre meno presente sulla scena teatrale, primo perché è rimasto marxista fino all’ultimo e secondo perché è stato liquidato come drammaturgo impegnato nel teatro civile, dimenticandosi che lui era anche molto altro. ErosAntEros ha avuto il coraggio e il merito di riproporre un autore che ha ancora tanto da dirci sul capitalismo neoliberista, anche questa una parola ormai caduta in disuso. Brecht non ha mai smesso di dire che il capitalismo è strettamente legato al nazismo e al fascismo”. Lui è il professore Marco De Marinis, docente di Discipline teatrali all’Università di Bologna e direttore del Centro Teatrale La Soffitta, oltre che giornalista de Il Fatto Quotidiano.

Lo spettacolo è Santa Giovanna dei Macelli di ErosAntEros, in scena al Teatro Alighieri di Ravenna dopo il debutto all’Arena del Sole di Bologna. L’incontro con gli attori della compagnia, l’attrice e drammaturga Agata Tomšič e il regista Davide Sacco, poco prima dello spettacolo, ha indagato le tematiche politiche e sociali che connotano fin dagli esordi la loro produzione, insieme alla ricerca estetica, alla multidisciplinarietà, alla sfida del multilinguismo in scena e alle molteplici collaborazioni che li sta proiettando verso un profilo sempre più internazionale.

“Non è la prima volta che affrontiamo Brecht – spiega Tomšič – . Nel 2014 abbiamo portato in scena il suo saggio politico-letterario Cinque difficoltà per chi scrive la verità, attraverso una lettura-concerto che riprenderemo anche quest’anno nel corso del Polis Teatro Festival l’8 maggio, ma in una nuova forma e insieme alle immagini del fotografo attivista Michele Lapini. […]”

Festival Polis: il genio immortale di Bertolt Brecht nell’attualità di ErosAntEros
Alessandro Fogli, “Ravenna & Dintorni”, 2 maggio 2024
https://www.ravennaedintorni.it/cultura/2024/05/09/teatro-festival-polis-brecht-erosanteros/

“Dal prologo di “Santa Giovanna dei Macelli”, con un’ispiratissima Agata Tomsic, alle “Cinque difficoltà per chi scrive la verità” con live electronics e le foto di Michele Lapini

In un’edizione del festival Polis dedicata a un focus internazionale sul teatro contemporaneo dell’area di lingua tedesca, la compagnia ErosAntEros si affida al genio immortale di Bertolt Brecht, con il prologo straordinario Santa Giovanna dei Macelli (andato in scena il 24 aprile) e la ripresa di Sulla difficoltà di dire la verità (tratto dal saggio politico-letterario Cinque difficoltà per chi scrive la verità), che la compagnia aveva portato in scena in forma di lettura concerto nel 2014 e che diventa ora uno spettacolo strutturato. Altra coproduzione del festival presentata in prima nazionale, Sulla difficoltà di dire la verità va in scena il 10, l’11 e il 12 maggio dalle 20 al ridotto del teatro Rasi).

Santa Giovanna dei Macelli fu scritto da Brecht tra il 1929 e il 1931, dopo il successo de L’opera da tre soldi e durante il periodo del suo radicale lavoro sperimentale con i Lehrstücke, forma di teatro modernista sviluppata con i suoi collaboratori dagli anni ‘20 alla ne degli anni ‘30. Economia, capitale, speculazione finanziaria, sfruttamento dei lavoratori sono i grandi temi al centro del dramma, scritto in seguito al crollo della borsa di New York del 1929, che portò gli Stati Uniti prima e l’Europa poi a dieci anni di crisi economica, fallimenti di industrie, abbandono delle terre, disoccupazione, miseria, fino alla Seconda guerra mondiale. In questa versione della storia di Giovanna d’Arco, Brecht la trasforma in Joan Dark, un membro dei Cappelli Neri (un gruppo simile all’Esercito della Salvezza) nella Chicago del XX secolo, questi ultimi impersonati nel lavoro di ErosAntEros dai Laibach, band cult slovena che ha spesso nutrito i lavori della compagnia ravennate. La pièce racconta la battaglia di Joan (un’ispiratissima Agata Tomšic) con Pierpont Mauler (Danilo Nigrelli, perfetto nel ruolo) l’untuoso proprietario di uno stabilimento di confezionamento carni. Come la sua omonima, Joan è una donna condannata, una martire e (almeno inizialmente) un’innocente in un mondo di scioperanti, grassatori e operai squattrinati. Come molte delle opere di Brecht, Santa Giovanna dei Macelli è costellata di umorismo e canzoni come parte della sua struttura drammaturgica epica e tratta il tema dell’emancipazione dalla sofferenza materiale e dallo sfruttamento.

In Cinque difficoltà per chi scrive la verità, del 1935, invece, il drammaturgo tedesco, ormai in esilio, rivolgendosi agli artisti e agli intellettuali, enuncia le regole programmatiche (quasi un manuale di strategia militare) per dire la verità ai deboli e combattere la menzogna dei potenti. ErosAntEros qui decide di divulgare il testo assieme ad alcune poesie dello stesso autore, in una forma che si concentra sul piano sonoro-vocale, con la performance vocale di Agata Tomšic e il live electronics di Davide Sacco, e sul piano visivo con la proiezione di immagini di realtà del fotografo Michele Lapini, sensibile osservatore delle questioni sociali, ambientali e politiche che caratterizzano il mondo attuale. «Chi ai nostri giorni voglia combattere la menzogna e l’ignoranza e scrivere la verità – scrive Brecht – deve superare almeno cinque difficoltà. Deve avere il coraggio di scrivere la verità, benché essa venga ovunque soffocata; l’accortezza di riconoscerla, benché venga ovunque travisata; l’arte di renderla maneggevole come un’arma; l’avvedutezza di saper scegliere coloro nelle cui mani essa diventa efficace; l’astuzia di divulgarla fra questi ultimi».”

La Santa Giovanna di Brecht va in scena con le musiche dei Laibach
Laura Bevione, “Artribune”, 25 aprile 2024
https://www.artribune.com/arti-performative/teatro-danza/2024/04/erosanteros-intervista-compagnia-teatrale/

Com’è avvenuto il vostro incontro con Brecht?
Agata Tomšič: Il nostro incontro con Brecht risale a parecchio tempo fa: nel 2014 abbiamo debuttato con una lettura-concerto tratta da un suo saggio politico-letterario, Cinque difficoltà per chi scrive la verità, che è stato un momento molto importante del nostro percorso artistico perché ha segnato l’inizio di una nuova modalità di ricerca sulla voce. A distanza di dieci anni abbiamo voluto riprendere anche questo lavoro più piccolo con cui debutterò a Polis l’8 maggio ma in una nuova forma, affiancata dalle immagini di realtà del fotografo e attivista Michele Lapini.

E perché proprio il Santa Giovanna dei Macelli?
Tornando a Santa Giovanna, abbiamo iniziato a ragionarci con Davide già nel 2017: allora avevamo debuttato con una produzione di ERT intitolata Allarmi sul tema del neofascismo che ci aveva fatto venir voglia di lavorare su un classico del Novecento e abbiamo subito pensato a Brecht e a questo testo. È stato un percorso lungo: Santa Giovanna è scritto per un cast potenzialmente di cento attori e dunque complesso anche dal punto di vista produttivo, soprattutto per una compagnia che, come la nostra, proviene dall’ambito di quello che una volta si chiamava teatro di ricerca. Abbiamo provato per un po’ fino a che, quando Valter Malosti è diventato direttore di ERT, l’abbiamo incontrato e lui ha accettato di affiancarci in questa ambiziosa follia e ci ha spinti a farne un progetto internazionale, anche per sperimentare il multilinguismo in scena. Grazie anche al Slovensko Mladinsko Gledališče di Lubiana e al Théâtre National du Luxemburg il progetto ha iniziato a prendere forma. 

[…]

Lo spettacolo, dopo il debutto a Bologna, è in cartellone anche nel vostro festival Polis: quale sarà il focus dell’edizione di quest’anno?
Davide Sacco: Lo spettacolo è il prologo di Polis Teatro Festival che si svilupperà poi dal 7 al 12 maggio e avrà un focus sull’area di lingua tedesca – German Focus. Polis, infatti, è un festival di teatro contemporaneo internazionale, dedicato ogni anno a una particolare area geografica. Per noi German Focus vuol dire artisti, produzioni, compagnie provenienti dall’area geografica di lingua tedesca ma anche realtà che portano spettacoli tematicamente legati a quest’area. Fra i tanti spettacoli, avremo la prima nazionale di Posseduto del collettivo She She Pop, in cui protagonisti saranno gli spettatori; poi i Rimini Protokoll con una performance che si dispiegherà all’interno di un parco pubblico; l’artista svizzero Mats Staub con un lavoro a metà tra performance e installazione video. Ci saranno poi, Autodiffamazione del gruppo italo-tedesco Barletti-Waas, ma anche i più giovani Le Cerbottane con il loro 1989 che parlerà della caduta del muro di Berlino.”

Il 22 aprile alle ore 12, presso le Artificerie Almagià si è tenuta la conferenza stampa della settima edizione di POLIS Teatro Festival.


Lunedì 8 aprile apre la biglietteria di POLIS Teatro Festival 2024!

Per lo spettacolo Santa Giovanna dei Macelli in programma il 24 aprile
TEATRO ALIGHIERI
via Mariani 2, Ravenna
tel. +39 0544 249244 / tickets@teatroalighieri.org
aperta dal lunedì al sabato 10-13, giovedì anche 16-18
oppure online su www.teatroalighieri.org/events/santa-giovanna-dei-macelli
IAT Ravenna, Piazza San Francesco 7, tel. 0544 482838
IAT Teodorico, via delle Industrie 14, tel. 0544 451539
IAT Cervia, via Evangelisti 4, tel. 0544 974400
(maggiorazione di prevendita 10%)

Per gli spettacoli dal 7 al 12 maggio
TEATRO RASI
via di Roma 39, Ravenna
aperta il giovedì pomeriggio dalle 16 alle 18 (giovedì 11 aprile, 18 aprile e 2 maggio)
a partire da un’ora prima di ogni spettacolo nel luogo di spettacolo
online su https://www.vivaticket.com/it/tour/polis-teatro-festival-2024/2996 e presso i punti vendita Vivaticket (commissione 10%)

A causa della minore capienza della Performance itinerante, delle Artificerie Almagià, e del Ridotto del Teatro Rasi, si consiglia l’acquisto in prevendita

Torna POLIS Teatro Festival che nel 2024 giunge alla sua settima edizione mettendo al centro un German Focus!

Dove? A Ravenna.

Quando? Dal 7 al 12 maggio con un prologo straordinario il 24 aprile.

Con Rimini Protokoll, Mats Staub, She She Pop, ErosAntEros, Barletti/Waas, Le_cerbottane, Caterina Marino e tanto altro!

Il programma è già online.

Grazie ad Alessandro Tedde e ad Antropotopia per il video!

Dal 1 febbraio prende il via il Concorso Art Bonus 2024, a cui partecipa anche POLIS Teatro Festival, in particolare con l’edizione 2022, che ha aperto le porte al nuovo formato internazionale del festival.

Per votare, basta recarsi sul portale: https://artbonus.gov.it/concorso/2024/

C’è tempo fino al 1 marzo.

Il Concorso Art Bonus è organizzato dal Ministero della culturaALES Spa e Promo PA Fondazione – LuBeC allo scopo di promuovere una sempre più diffusa conoscenza dell’Art Bonus (legge n. 106/2014), la misura fiscale introdotta per incentivare le donazioni a favore della cultura attraverso un beneficio fiscale del 65%. Ideato nel 2016, ha l’obiettivo di premiare l’impegno di quanti, beneficiari e mecenati, rendono possibile attraverso l’Art Bonus il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese.

Ogni anno sul portale governativo Art Bonus vengono selezionati i progetti che nell’ultimo anno hanno chiuso con successo una loro raccolta fondi Art Bonus, e questi progetti vengono inseriti nella pagina del sito dedicata al concorso dove avvengono le votazioni nella prima fase, cui segue una finale che si tiene solo sui canali social di Art Bonus.

Dal lancio del concorso e fino al termine delle votazioni, chiunque può accedere alla piattaforma del concorso ed esprimere il proprio voto a favore di uno o più progetti in vetrina. 
Un modo per condividere e dare popolarità ai tanti diversi progetti che si stanno realizzando in tutta Italia grazie all’Art Bonus, sempre più sentito proprio dai cittadini non solo come un bonus fiscale ma anche come un’opportunità per esprimere riconoscenza verso le istituzioni del proprio territorio e condividere i valori della cultura.

Dal 1 febbraio è possibile acquistare i biglietti per la data del 24 aprile 2024 di Santa Giovanna dei Macelli al Teatro Alighieri di Ravenna. 

La data, in collaborazione con La Stagione dei Teatri, è il prologo straordinario della 7a edizione di POLIS Teatro Festival ed è l’unica imperdibile data ravennate, dopo il debutto dal 18 al 21 aprile al Teatro Arena del Sole di Bologna.

INFORMAZIONI DI BIGLIETTERIA:
Teatro Alighieri
via Mariani 2, Ravenna
tel. +39 0544 249244 / tickets@teatroalighieri.org
aperta dal lunedì al sabato 10-13, giovedì anche 16-18
oppure online su www.teatroalighieri.org/events/santa-giovanna-dei-macelli 
(maggiorazione di prevendita 10%)

BIGLIETTI:
Sostenitore 25€ | Intero 20€ | Under30 5€

POLIS Teatro Festival torna dal 7 al 12 maggio 2024 nei principali luoghi culturali di Ravenna (Teatro Rasi, Artificerie Almagià, Teatro Socjale), con un prologo straordinario il 24 aprile 2024 al Teatro Alighieri in collaborazione con La Stagione dei Teatri. 

Al centro del festival un German Focus con ospiti internazionali, artisti emergenti, incontri e progetti partecipativi.

Il programma verrà reso noto a marzo 2024.

SAVE THE DATE!

Come si fa a Ravenna
Magda Piekarska, “Teatralny”, 17 gennaio 2024
https://teatralny.pl/rozmowy/jak-to-sie-robi-w-rawennie,3857.html

Magda Piekarska: POLIS, ovvero città-stato, o meglio comunità sociale. È questa l’idea del vostro festival, volete costruire una comunità intorno al teatro?

Agata Tomšič: Il nostro festival esiste dal 2018, lo abbiamo chiamato POLIS perché uno dei nostri obiettivi era coinvolgere la comunità locale. Cerchiamo di farlo attraverso lo sviluppo del pubblico e una partecipazione che lo coinvolga non tanto nel processo creativo, quanto nella fruizione consapevole. Offriamo ai nostri spettatori spettacoli che riflettono il loro presente, ma che offrono anche la possibilità di cambiarlo, semplicemente usando l’immaginazione come strumento. Questo è ciò che cerchiamo di fare come artisti: usiamo il teatro come specchio della realtà, usiamo l’immaginazione per creare visioni di un mondo diverso e migliore. Lo facciamo attraverso il linguaggio del teatro contemporaneo. Le produzioni che presentiamo al nostro festival hanno combinato queste qualità con la ricerca formale fin dall’inizio. All’inizio si trattava di produzioni italiane, ma nel 2022 abbiamo aperto il programma alla scena teatrale contemporanea europea, facendo passare il festival a un formato internazionale.

[…]