POLIS Teatro Festival, il festival del teatro e della partecipazione, arrivato quest’anno alla sua terza edizione, non si tira indietro in questo momento di distanziamento sociale e di crisi globale. Ma anzi, approfitta di questo periodo di sospensione delle attività pubbliche per ripensare profondamente il proprio ruolo all’interno della società e chiamare a raccolta la comunità teatrale internazionale di artisti, operatori, studiosi e spettatori che la compagnia ErosAntEros è riuscita a creare attorno a sé durante il suo primo decennio di attività.
Dal 14 al 24 maggio 2020 POLIS torna a incendiare non solo la città di Ravenna, ma tutta la comunità teatrale, superando i confini regionali e nazionali, organizzando un grande convegno internazionale sul teatro di domani, e dedicando la propria programmazione a un numero di spettatori potenzialmente infinito grazie all’utilizzo di piattaforme in rete.
“Quale teatro per il domani?” è il titolo che abbiamo deciso di dare a questa nuova edizione e allo stesso tempo la domanda che durante le giornate del festival declineremo in altre cinque domande sui canali web di ErosAntEros e di EmiliaRomagnaCreativa. Come nei nostri lavori di compagnia e negli spettacoli che siamo soliti ospitare al festival, il teatro si fa strumento di riflessione sul presente, così, nell’impossibilità di vivere fisicamente i luoghi teatrali, il festival si trasforma in una grande riflessione collettiva sul teatro, capace di offrire spunti importanti per costruire il dopo.
Prima della pandemia, il programma del festival 2020 avrebbe dovuto essere dedicato al tema dei diritti umani e dell’esilio, con un denso programma di spettacoli, incontri e progetti partecipativi. Per questo avevamo scelto come sua immagine guida un bellissimo ritratto di Yoko Ono e John Lennon, a opera dell’artista-attivista Gianluca Costantini. In questa delicata situazione, in cui i contatti personali sono limitati, crediamo che questa opera sia ancora più in grado di parlare al nostro presente, ricordandoci l’essenzialità di un gesto profondamente umano come l’abbraccio e la forza politica che esso può sprigionare.
Quando si potrà, torneremo ad abitare i teatri, questi luoghi di grande promiscuità, dove i corpi si toccano, sia sul palco che in platea, riflettendosi vicendevolmente. Questo vuol dire, che quando le condizioni di sicurezza sanitaria lo permetteranno, POLIS non esclude di tornare ad abitare i palchi della propria città anche in forme più fluide e inedite, forse le uniche possibili ai tempi che stiamo vivendo. E in ogni caso, di tornare nel 2021 più consapevoli, quando sarà possibile tornare ad abbracciarci.
Agata Tomsic e Davide Sacco / ErosAntEros