EROSANTEROS: DOMANDA SULLA DOMANDA
“Gagarin Orbite Culturali”, Michele Pascarella, 16 febbraio 2021
https://www.gagarin-magazine.it/2021/02/teatro/erosanteros-domanda-sulla-domanda

POLIS Teatro Festival nasce a Ravenna nel 2018 grazie al lavoro di una battagliera Compagnia indipendente, ErosAntEros, animata con pervicace entusiasmo da Davide Sacco e Agata Tomšič.

Nel 2020 il Festival ha realizzato un Convegno internazionale (online, causa Covid) dal titolo Quale teatro per il domani?.

Attori, registi, drammaturghi, scenografi, musicisti, docenti universitari, critici, direttori artistici e organizzatori hanno risposto durante il lockdown a cinque domande riguardanti lo spazio, le parole, le visioni, i linguaggi e i corpi del teatro di domani.

Cinquantasette contributi provenienti da undici Paesi diversi.

Da poco tutto ciò è diventato un libro, pubblicato da Editoria & Spettacolo.

Le brevi note a seguire intendono restituire qualche pensiero senza entrare nel merito di ciò che le decine di interventi -cuore del Convegno e della successiva pubblicazione- hanno espresso, e come: una tassonomia che ha riunito molti fra i più autorevoli nomi nel campo -invero affatto circoscritto- delle performing arts contemporanee, procurando alla lettura ciò che Eco chiamava vertigine della lista.

Si cercherà, piuttosto, di guardare a monte: all’intenzione, termine che nell’etimologia rimanda a una direzione da prendere, alla necessaria tensione e alla volontà di capire.

Nel bene e nel male la società teatrale -e i pochi che leggeranno queste righe certo lo sanno- è fatta di relazioni.

Ogni comunicazione, è noto, aumenta la propria efficacia se include nel proprio campo, in senso dialogico, l’interlocutore.

Tenendo bene a mente queste due ovvietà, la rigorosa azione curatoriale di ErosAntEros pare estremamente appropriata nell’aver dato forma a un sistema di valorizzazione, ascolto e messa in rete (sia metaforica che reale) di diverse prospettive e autorialità della società professionale di riferimento.

Con attitudine fenomenologica, Davide Sacco e Agata Tomšič hanno agglutinato fenomeni (termine che, vale forse ricordarlo, nell’origine evoca ciò che appare) attorno a parole-temi chiave, senza la pretesa di arrivare a definire essenze (ciò che è): una pratica curatoriale che muove verso una salutare epoché, sospensione del giudizio, partendo e valorizzando le prospettive di ciascun_, piuttosto che concetti o ideologie a priori.

Quale teatro per il domani? si pone dunque, con spiazzante limpidezza, come vera domanda aperta: non tesa a definire cosa sia teatro e cosa no (dunque, per estensione, cosa sia arte e cosa non lo sia), quanto a generare altre benefiche interrogazioni.

Come comprendere in una sistematica aperta definizioni e restituzioni di modi-mondi di intendere il teatro che lo siano altrettanto?

Ciò è possibile (o almeno auspicabile)?

L’azione culturale di ErosAntEros ha generato inedite relazioni, o almeno nuove domande, tra fenomeno e fenomeno, tra autore e autore?

Ancora -in linea con quanto Marco De Marinis esprime nella postfazione al volume- in quale specifica maniera e misura il mondo e ciò che vi sta accadendo hanno inciso sul dire di ciascuno?

In quale misura i soggetti che a diverso titolo costituiscono la società teatrale contemporanea -molti dei quali sono presenti in questo libro- sono disponibili a incontrare ciò che è altro da sé?

Per concludere: l’immagine di copertina -la celebre foto di Yoko Ono e John Lennon abbracciati, rivista da Gianluca Costantini- pare affatto appropriata, sia pensando alle azioni politiche della coppia sia, su un piano individuale, ricordando ciò che il lavoro di Ono dentro e fuori Fluxus ha teso ad attivare, nella direzione dell’esperienza e della conoscenza.