Con la colonizzazione inizia la storia europea così come l’abbiamo conosciuta finora. Il fatto che il veicolo della colonizzazione uccida il colonizzatore preannuncia la sua fine. È la minaccia della fine che ci attende. La «fine della crescita».
– Heiner Müller

A 12 anni dal primo avvicinamento di ErosAntEros a Bertolt Brecht (prima con Sulla difficoltà di dire la verità e poi con Santa Giovanna dei Macelli), Agata Tomšič affronta il drammaturgo tedesco che più di chiunque altro ha saputo prendere il suo testimone e reinventarlo attraverso i linguaggi contemporanei: Heiner Müller. Come Brecht, rivendica l’esercizio della critica e del dubbio, afferma lo spazio dell’immaginazione e dell’utopia, ma lo fa scrivendo drammi in cui la dicotomia tra mythos e logos non smette di intrecciarsi, creando dispositivi dialettici che avanzano per esplosioni, tra “forme di pensiero taglienti come ferite” ed evasioni dell’inconscio che provocano “nostalgia per una diversa condizione del mondo”. Un teatro in cui lo shock, il sogno, la crudeltà, il grido, sono strumenti attraverso cui organizzare un’inondazione di materiali di fronte ai quali il pubblico è obbligato a operare delle scelte.

Scegliere di lavorare sui materiali da lui composti per la figura di Medea, vuole dire, però, anche affacciarsi a un mito di origini antiche: femminista, antipatriarcale, decoloniale; estremante potente ed eloquente nel nostro presente. Donna, madre, dea, strega, amante, assassina, ma anche migrante, straniera, barbara, schiava, richiedente asilo; in fuga dalla propria terra, tradita dall’unico uomo a cui ha dato fedeltà assoluta e da lui privata di tutti i diritti.

Composta in diversi momenti tra il 1949 e il 1982, la Medea di Müller si sviluppa in tre parti:
– Riva abbandonata, situata a Strausberg, dove si svolse l’ultima battaglia con i carri armati della Seconda guerra mondiale, quartier generale dell’Armata nazionale popolare della DDR, “potrebbe essere rappresentata durante un peep-show”;
– Materiale per Medea“stenogramma di una disputa d’onore all’ultimo stadio” tratto da Seneca, Euripide, Hans Henny Jahnn;
– Paesaggio con Argonauti, ispirata a Wasteland ed Ezra Pound, “presuppone le catastrofi che l’umanità sta attualmente preparando”.

In un’intervista del 1983, l’autore, rispondendo a una domanda riguardo alla collocazione di Medea in un peep show, afferma che “il voyeur ha la possibilità di pagare un buon posto da cui osservare indisturbato il maggior numero possibile di catastrofi”. Queste parole sono una chiave fondamentale per comprendere lo spazio scenico dello spettacolo e il suo rapporto con lo sguardo del pubblico, specialmente nella terza parte del lavoro, dove, grazie a un ribaltamento di prospettiva, gli spettatori divengono corresponsabili delle catastrofi in cui viviamo e che ci attendono.

Lo spettacolo, prosegue il percorso di ricerca vocale-sonora di Agata Tomšič manipolando un materiale testuale difficile, vivo, scottante, radicale, mettendolo in relazione con una particolare ambientazione audio-luci. Per farlo si affida alla collaborazione con Matevž Kolenc, compositore, arrangiatore e produttore musicale, nominato ai Premi Ubu 2024 insieme alla band cult slovena Laibach per il progetto sonoro di Santa Giovanna dei Macelli.

La parola aspra, arida, violenta e poetica, politica e onirica, di Müller diventa simulacro di visioni sonore e visive che si aprono a molteplici interpretazioni. Collocata all’interno di una dimensione spaziale particolare, avvolge gli spettatori in una scena appena visibile, un mondo che lascia spazio alla potenza immaginativa dell’udito e al desiderio.
– Agata Tomšič / ErosAntEros

Nero-buio-assoluto e bronzo-oro-Sole, sono i protagonisti di un dispositivo visivo dove la luce è dosata con il contagocce per lasciare alla dimensione sonora un ruolo preponderante. Un omaggio alle opere musive ravennati, fonte d’ispirazione delle donne fatali di Gustav Klimt e dei quadri tattili di Alberto Burri, icone contemporanee dove il sacro e il profano si incontrano, come nelle origini dell’Imperatrice Teodora, di Medea, delle Amazzoni, native delle regioni che si affacciano sul Mar Nero.

testo Heiner Müller
traduzione di Saverio Vertone
per gentile concessione dell’Agenzia Danesi Tolnay

ideazione, regia, spazio Agata Tomšič / ErosAntEros
musiche e sound design Matevž Kolenc
con Agata Tomšič
costumi bàste sartoria
disegno luci Gianni Gamberini
assistente al movimento Francesca Frani Dibiase
direzione tecnica e cura degli allestimenti Vincenzo Scorza
consulenti scientifiche Benedetta Bronzini, Anja Quickert, Daniela Sacco

produzione ErosAntEros
in residenza presso Artificerie Almagià POLIS Teatro Festival, Teatro di Dioniso Officina Anacoleti #ogniluogoèunteatro
con il supporto di Internationale Heiner Müller Gesellschaft
con il patrocinio di Goethe-Institut Mailand

anteprime 23 settembre, Ogni luogo è un teatro, Vercelli; 26-27 settembre, 15 anni di ErosAntEros, Ravenna
prima nazionale 12 ottobre 2025, Festival d’Autunno, Catanzaro

durata 60 min

spettacolo consigliato ai maggiori di 14 anni


soprattitoli a cura di Melissa Mongelli con la supervisione della Prof.ssa Adele D’Arcangelo, Università di Bologna – Dipartimento di Interpretazione e Traduzione


Agata Tomšič è attrice, dramaturg, regista, direttrice artistica e teorica. Cofondatrice nel 2010 di ErosAntEros, all’interno del quale porta avanti una ricerca vocale-sonora volta alla sperimentazione con musicisti e compositori differenti, quali Davide Sacco, Matevž Kolenc, Laibach, Bruno Dorella, Quartetto Noûs. Formatasi con diversi artisti della scena contemporanea (Socìetas, Schaubühne, Odin Teatret, Motus, Eva-Maria Bertschy, Living Theatre, Teatro Valdoca, Fanny & Alexander, Anagoor, Francesca Della Monica), ha conseguito la Laurea Magistrale in Discipline dello Spettacolo dal vivo presso l’Università di Bologna con il prof. Marco De Marinis nel 2014, continuando a pubblicare i suoi scritti in libri e riviste (AkropolisLibri, “Culture Teatrali”, “Engramma”), tradurre e curare pubblicazioni (Editoria & Spettacolo), organizzare e partecipare a convegni internazionali. Con ErosAntEros produce spettacoli multidisciplinari e di impegno politico con i maggiori teatri europei: Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Slovensko Mladinsko Gledalisce, TNL – Théâtre National du Luxembourg, Ravenna Festival, Campania Teatro Festival, Teatro della Toscana, TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro della Tosse. Dal 2018 codirige POLIS Teatro Festival di Ravenna, festival internazionale di teatro contemporaneo, particolarmente attento alla partecipazione attiva degli spettatori e alla programmazione europea. Dal 2020 è membro attivo di EASTAP – European Association for the Studies of Theater and Performance (conferenze internazionali Sitges 2024, Aarhus 2023; Milano 2022, Bologna 2020). Nel 2023 consegue il Master di II livello in Canto Musica Vocale e Teatro musicale del Novecento e contemporaneo presso il Conservatorio Statale “Giuseppe Verdi” di Ravenna (tra i suoi maestri: Alda Caiello, Mauro Montalbetti, Marco Baliani, Marco Di Bari, Antonio Greco, Andrea Cappelleri). Affermandosi sempre più anche nel ruolo di direzione artistica e manageriale, la sua presenza si intensifica all’interno di progetti e reti internazionali (FiraB! Balearic Islands’ Performing Arts Professional Market 2024; Festival d’Avignon 2023, 2022, 2018; Kosovo Theater Showcase 2022; Pika2025 Capitale Europea della Cultura 2019-2020).

Matevž Kolenc, compositore, arrangiatore e produttore musicale, ha iniziato la sua carriera con la band Melodrom, pubblicando quattro album tra il 2004 e il 2010. Dal 2012 è membro dei Laibach, con i quali ha composto le musiche di album come Spectre (2014), Also sprach Zarathustra (2017) e Wir sind das Volk (2022), pubblicati da Mute records. Kolenc si dedica anche a colonne sonore per il teatro e per il cinema, in particolare ha composto le musiche per la partecipazione dei Laibach alla pièce teatrale Santa Giovanna dei Macelli (2024) diretta da Davide Sacco e Agata Tomšič / ErosAntEros, nomination Premio Ubu 2024 per il miglior progetto sonoro/musiche originali per il teatro. Tra i suoi lavori cinematografici c’è la colonna sonora di Newsreel 63, opera slovena presentata alla Biennale di Venezia del 2016, e dei successivi film di Nika Autor, tra i quali Newsreel 242 in concorso agli IDFA nel 2023. Sperimenta anche con il sound design, la registrazione binaurale e le arti multimediali, collaborando anche con l’artista visivo Michael Saup e pubblicando album come il suo EP da solista Particles e l’EP di debutto del suo progetto Kreda, con Alastair McNeill, cantautore e produttore, e Mina Špiler, cantante/artista musicale.