Le urgenti voci dei Balcani raccontate da POLIS Teatro Festival 2023
Sara Perniola, “Pane Acqua Culture”, 23 maggio 2023
https://www.paneacquaculture.net/2023/05/23/le-urgenti-voci-dei-balcani-raccontate-da-polis-teatro-festival-2023-pt-2/?fbclid=IwAR2-hXV99KSeYFRhov6VdosnlcoVY8m8BJ6eMfGsVjaTU1p6pOPSge9LW50

Continuiamo – dopo il video reportage di Renzo Francabandera – il racconto sulla sesta edizione di POLIS Teatro Festival – dal 2 al 7 maggio a Ravenna e con la direzione artistica di Davide Sacco e Agata Tomšič -, che per quest’anno ha voluto focalizzarsi sui movimenti migratori e i conflitti lungo la rotta balcanica, sul fronte variegato delle milizie dello Stato e quelle ribelli, in relazione con le questioni di genere. Un festival prezioso e dal respiro internazionale, che abbraccia la necessaria tematica dei diritti umani e il senso della giustizia, dello stato di marginalità e della rabbia verso la precarietà esistenziale.

L’ultimo giorno del festival si apre con il racconto teatrale PPP ti presento l’Albania – spettacolo vincitore di MittelYoung 2021 – del giovane artista italo-albanese Klaus Martini: una storia che racconta la riconquista del mondo dell’infanzia da parte del figlio ventenne di migranti albanesi, ospitata nel suggestivo Teatro Socjale di Piangipane, luogo fondato dai braccianti della zona negli anni ‘20 e che rafforza la potenza e l’impatto emotivo della pièce. Lo sguardo è rivolto a Pasolini e al suo romanzo Il sogno di una cosa, opera del biennio ’49-’50 in cui viene rappresentato l’universo contadino friulano, visto nelle sue aspirazioni politiche e sociali deluse, ma sostanzialmente immerso in una dimensione idillica e dallo stile elegiaco.
É così che sul palcoscenico il protagonista Ilir – coinvolgente alter-ego del regista -, dopo aver letto il testo, inizia una corrispondenza immaginaria con PPP che lo spinge a parlare del fascismo in Albania e della migrazione dei suoi genitori, della vigorosa tradizione dei nonni e dello stato attuale della realtà, cercando una centratura nella dialettica tra il senso dell’appartenenza alla terra delle proprie origini e la rivisitazione nostalgica di un sogno infranto. Un sogno infranto che è un mondo da cui si è dovuto allontanare per preservare la possibilità di una nuova e diversa integrazione, ma a cui egli, inevitabilmente, si avvicina con i sentimenti fino a penetrarlo e a coglierne l’essenza.

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POLIS, quindi, conferma il merito dell’importante traguardo che gli è stato conferito pochi giorni fa dal Ministero della Cultura (Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo) inerente l’assegnazione della qualità artistica più alta tra i Festival di teatro italiani (art. 17) e il punteggio totale più alto tra le Prime istanze triennali della stessa categoria. Un festival che vedrà il proprio epilogo – il 10 e 11 giugno 2023 al Teatro Alighieri e in collaborazione con Ravenna Festival – con la prima nazionale di GAIA, la nuova produzione di ErosAntEros sul cambiamento climatico. Un grido di aiuto che racconterà di un’emergenza che non si può ignorare, un atto di ribellione in cui siamo tutti coinvolti, soprattutto dopo la violenta alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna in questi giorni e che acuisce la rabbia e la solidarietà di tutti noi.