POLIS Teatro Festival
Maria Dolores Pesce, “dramma.it”, 12 maggio 2023
http://www.dramma.it/index.php?option=com_content&view=article&id=34836:polis-teatro-festival&catid=40:articoli&Itemid=12

In contesti e con significati diversi, e anche con sfumature talora contraddittorie, i Balcani sono stati spesso definiti la “ferita d’Europa”, una ferita che, come sorta di stimmata identitaria, talvolta riprende a sanguinare. Luogo da sempre di transito tra Oriente e Occidente, luogo di antichissime e più recenti migrazioni per sua stessa natura geografica, invece di essersi trasformato in un fecondo bacino di fusione di identità singole e collettive, invece di definirsi cioè quale luogo di scambio, è diventato e si è quasi sempre caratterizzato come luogo di scontro. Anzi direi come “il luogo”, in senso fisico ma anche in senso spirituale o mentale, dello scontro, scontro di civiltà e scontro di etnie, scontro di individui e scontro di Stati, come l’ultima tragica fiammata che lo ha attraversato negli anni 90 del novecento, alla caduta di quella Jugoslavia rivelatasi laboratorio promettente ma poi, per cause diverse, frantumatosi. Oggi, infine, è ancora la terra di transito, il percorso (la cosiddetta “rotta balcanica”) di una migrazione disperata che vuole solo attraversarla, quella terra, per poter poi andare oltre, verso il miraggio di una Europa Felix che i Balcani, come sempre anticipano, difendono ma insieme ingannano. Polis, il festival internazionale ideato e diretto da Davide Sacco e Agata Tomsic/ErosAntEros, svoltosi a Ravenna dal 2 al 7 maggio, è appunto dedicato ai Balcani, visti e anche giudicati con la lente dell’arte scenica che, deformandoli visionariamente e trasfigurandoli esteticamente, rende più trasparenti anche i movimenti della Storia, soprattutto li rende più comprensibili ed elaborabili oltre le asprezze e le rigidità esistenzialmente, e inevitabilmente, introiettate.

È la sua vocazione, iscritta nel suo stesso nome che rievoca ed insieme auspica, attraverso un teatro che vuole essere appunto politico nel senso più alto del termine, un vivere collettivo che sia condivisione, e comune comprensione nell’arte, degli eventi che ci circondano e che spesso si perdono nella liquidità opaca dell’oggi.
Tra l’altro proprio in questi giorni si è avuta notizia che “il Ministero della Cultura (Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo) ha assegnato a POLIS Teatro Festival la qualità artistica più alta tra i Festival di teatro italiani (art. 17) e il punteggio totale più alto tra le Prime istanze triennali della stessa categoria”.
Ospiti d’onore del 2023, dunque, i Balcani e gli artisti, non solo balcanici, che li hanno amati o solo percorsi con interesse; una settimana non soltanto di spettacoli, che comunque sono ciò che dà vero senso a tutto quello che sta attorno, ma ovviamente anche di dibattiti, incontri, installazioni per analizzare, condividere e anche, perché no, giudicare la Storia e le storie, nei diversi punti di incontro dentro la città.

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