Grazie alla collaborazione e alla traduzione di Estranei, è disponibile la trascrizione in italiano della tavola rotonda sul Teatro contemporaneo dei Balcani con Ivan Medenica, Sasho Ognenovski e Dubravka Vrgoč, coordinati da Natasha Tripney, svoltasi all’interno del programma di POLIS Teatro Festival 2023. Il video dell’incontro, tenutosi in inglese, è sempre disponibile sui canali del festival, mentre la trascrizione è disponibile sul sito di Estranei: https://www.estranei.org/2023/05/30/polis-festival-il-teatro-contemporaneo-dei-balcani/

Ve ne lasciamo un estratto:

[…]

L’argomento di cui andremo a parlare oggi è il teatro contemporaneo dei Balcani, e sarebbe utile chiarire innanzitutto cosa si intenda con il termine “Balcani”. Questa conversazione richiederebbe ben più dei cinque minuti che abbiamo a disposizione per riassumere al meglio la questione, ma potremmo dire che la geografia, la lingua, la storia e la cultura hanno tutte un ruolo nel definire cosa intendiamo quando parliamo di Balcani. C’è in gioco anche qualcosa di più intangibile, credo, una questione di come la regione si percepisce e come viene percepita dall’esterno. Oggi, passeggiando per Ravenna, stavamo ammirando i mosaici, eravamo in un museo e ci è stato chiesto di abbassare un po’ il volume della voce, al che Ivan ha risposto “Scusateci, siamo dei Balcani”. Ecco, forse questo rende un po’ l’idea di questa percezione. 

Quando parla dei Balcani, Žižek è solito dire che la regione inizia a Est del luogo in cui ci si trova, per cui gli sloveni credono che i Balcani inizino a Est della Slovenia, i Croati a Est della Croazia e così via. Ma su una cosa possiamo essere d’accordo: il teatro dei Balcani non è una realtà omogenea, non c’è un solo teatro, c’è invece una compresenza di scene ben distinte. Alcune si sovrappongono, altre sono più isolate se paragonate alle altre, è il caso della scena del Kosovo, di cui abbiamo visto il bellissimo Burrnesha di Jeton Neziraj ieri sera. Tra queste scene a volte ci sono degli elementi comuni, dei riferimenti culturali o persino delle lingue condivise, c’è la complessa eredità della Jugoslavia, e c’è un passato comune che in un certo senso non è ancora passato. Anche il fatto che nella regione ci siano parole diverse per dire teatro, gledališčekazalištepozorište, ciascuna con connotazioni leggermente diverse su cosa sia il teatro e come viene percepito, ecco, penso sia un esempio molto calzante di come esista un teatro ma ne esistano anche diversi. 

[…]