Esiste un tempo di passaggio prima della morte, un lampo durante il quale tutta la vita ti passa davanti. E in questo tempo dilatato, Euridice, sul punto di varcare la soglia dell’ aldilà, rivive la sua storia attraverso frammenti di memoria. La sua è una storia mai raccontata prima. Di lei poco si è detto nei secoli: era una Ninfa arborea, era sposa del musico Orfeo ed è morta prematuramente morsa da una vipera, mentre fuggiva dell’allevatore di api Aristeo, che voleva possederla. La sua morte provoca la discesa agli inferi di Orfeo a cui è dedicato il mito. Ninfa vittima di una violenza maschile, dunque. Da qui parte l’originale ricostruzione che racconta di una giovane, avvenente e vivace donna, una ninfa della provincia napoletana, figlia di una Quercia, il cui ardore viene spento da una relazione d’amore fagocitante con Aristeo.
Nella storia proposta le dinamiche socio-culturali e psicologiche si intrecciano. Sovente accade che i genitori sacrifichino le istanze di libertà e autenticità delle giovani e fiorenti figlie, di cui dovrebbero farsi portavoce presso la comunità di appartenenza, per piegarle alle regole che questa impone in difesa dell’ordine costituito che sensualità e libertà mettono in pericolo. Ciò produce profonde ferite narcisistiche che le predispongono a diventare succubi e artefici di amori patologici, amori nei quali si cerca ossessivamente di sanare la ferita originaria. Secondo una certa ipotesi psicoanalitica l’amore violento è un amore tra persone affettivamente immature e va ricondotto a un difetto nel processo di identificazione primaria, che avviene per separazione dalla figura materna, consentita dalla sua interiorizzazione. Molti bambini sperduti nel vuoto di una solitudine profonda si trasformano in uomini lupo, che, tormentati dalla mancata interiorizzazione della madre, vogliono fagocitare le fanciulle amate, per colmare quell’assenza interiore. Le fanciulle che presentano per certi versi lo stesso difetto di interiorizzazione accettano di farsi fagocitare in cambio della promessa di amore assoluto e riparatore della ferita originaria. Ma una volta depauperate dalla fagocitazione, annullate e poco attraenti, diventano trasparenti anche agli occhi degli uomini per cui si sono sacrificate; la promessa di amore assoluto viene disattesa e le donne deluse tornano ad essere libere, lucenti, il desiderio degli uomini lupo si riaccende e con esso la promessa, in un circolo vizioso senza fine. Solo dopo aver superato il suo inferno, Euridice incontra Orfeo ed è capace di vero amore…
Quello di Euridice è un monologo visionario, in napoletano e italiano, secondo il bilinguismo campano; un virtuoso gioco di cambi di voce e personaggi, di danze e canti d’amore disperato. Una riflessione sulla condizione delle donne-ninfe la cui essenza di spiriti sempreverdi e liberi, viene repressa in difesa dell’ordine costituito, della famiglia e del patriarcato. A questa repressione le donne-ninfe rispondono trasformandosi in piante -radicate e immobili, con una silenziosa energia vitale mortificata e costretta da membra legnose- oppure ribellandosi, scatenando la violenta reazione di chi pretende il loro soccombere.
testo e regia Luisa Guarro
con Chiara Orefice
coreografie e canti Chiara Orefice
disegno luci Paco Summonte
scenografia, costumi e scelta musicale Luisa Guarro
durata 50′
Luisa Guarro laureata in Filosofia, all’Università Federico II di Napoli. È autrice e regista teatrale. I suoi lavori hanno ricevuto diversi riconoscimenti. Nel 2021 PINOCCHIO. Pereplyt more, prodotto dal Ryazan Drama Theater, riceve 3 Nomination al Golden Mask, premio Nazionale russo, nelle categorie: Miglior spettacolo; Miglior regia; Miglior attore protagonista. Nel 2022 lo spettacolo DER SANDMANN, prodotto dal Wolfgang Borchert Theater, vince al Monica Bleibtreu Awards, premio Nazionale tedesco, come miglior spettacolo, categoria Drama. Nel 2022 Una storia per Euridice vince il Premio Regista con la A. Nel 2020 PINOCCHIO. Pereplyt more vince al Regional Theater Festival THE MIRROR STAGE nelle categorie Miglior cast, Miglior attore protagonista, Miglior attore non protagonista. Nel 2018 lo spettacolo PANE, storia d’amore in tempo di guerra vince all’International Theater Festival Rendez-vous on Theatralnaya Square nelle categorie: Miglior attore protagonista e Miglior disegno luci. Nel 2018 lo spettacolo THE PROMETHEUS GIFT, prodotto dal Ryazan Drama Theater, viene selezionato per rappresentare l’Italia al Forum internazionale delle città antiche di Ryazan. Nel 2017 lo spettacolo IL RE RIDE vince all’International Theater FestivalRendez-vous on Theatralnaya Square nelle categorie Miglior Cast attori e Miglior disegno luci.
Chiara Orefice, danzatrice e performer, nata a Ischia (Napoli) nel 1984. La sua ricerca si concentra sull’atto performativo come dispositivo di interazione tra suono, corpo e spazio. Si dedica allo studio dei principi della composizione istantanea con particolare attenzione al rapporto tra corpo, memoria e immaginazione. I suoi principali maestri e riferimenti sono, tra gli altri, Raffaella Giordano, Claudia Dias, Maria Mugnoz, Julie Stanzak, Masaki Ivana, Silvia Rampelli, Cloude Coudly, Daniele Ninarello, Frey Faust. Approfondisce lo studio del corpo attraverso la pratica dello Shiatsu e ha conseguito una laurea specialistica in Filosofia della Comunicazione con una tesi dal titolo Il corpo e la danza in Nietzsche. È autrice di vari progetti coreografici. Tra i suoi ultimi lavori: Paesaggio perplesso con il compositore Jean Philippe Gross, What you/you what con la danzatrice Giulia Ferrato e i musicisti Domenico Napolitano, Attila Faravelli and Francesco Gregoretti. Back Pink Poem e Notes for a fire con il sound designer Renato Grieco.
Paco Summonte, disegnatore e tecnico luci, vince vari premi premi per il miglior disegno luci. Direttore tecnico del Teatro dell’Accademia di Belle Arti di Napoli Antonio Niccolini, dal 2017; del Nuovo Teatro Sanità di Napoli dal 2013 al 2017; della società I Teatrini dal 2006. Collabora come disegnatore e tecnico luci per Eugenio Bennato, Luisa Guarro, Giovanna Facciolo, la compagnia Teatri di legno, la compagnia Teatro nel Baule, la compagnia teatri di carta. Nel 2017 è disegnatore luci per lo spettacolo La paranza dei bambini di Saviano e Gelardi, presso il Festival di Spoleto.